Perché la partecipazione pubblica?

Su quali questioni è possibile partecipare?

Chi viene coinvolto?

Modalità di partecipazione

Per approfondire

 

Perché la partecipazione pubblica?


Che cos’è la partecipazione? La partecipazione pubblica è una possibilità offerta alle persone di influenzare gli esiti di piani e procedure [definizione tratta dalla Linea Guida n.8 sulla partecipazione pubblica in relazione alla Direttiva Quadro 2000/60/CE].

Più tecnicamente la partecipazione è un processo, sistematico e strutturato, che consente a cittadini, portatori di interesse e decisori di confrontarsi e condividere sia le problematiche del territorio sia le decisioni che lo influenzeranno.

La partecipazione è un obbligo normativo!

In tema di gestione delle acque la partecipazione è prevista e incentivata a livello comunitario dalla direttiva 2000/60/CE (art.14). A livello nazionale l’art. 14 della direttiva è stato recepito dal decreto legislativo 152/06 e s.m.i rispettivamente per i:

  • Piano di Gestione: attraverso l’articolo 65, comma 7, cui l’articolo 117 rimanda per le procedure di approvazione, che recepisce integralmente l’articolo 14, comma 1 della DQA;
     
  • Piano di Tutela delle Acque: attraverso l’articolo 122, Informazione e consultazione pubblica nei Piani di cui all’articolo 121, che recepisce integralmente tutto l’articolo 14 della DQA.

Le forme di partecipazione previste dalla normativa sono: accesso alle informazioni, consultazione e coinvolgimento attivo.

La partecipazione è soprattutto un’opportunità!

I principali obiettivi che si possono raggiungere attraverso un processo di partecipazione sono:

  • informazione sui principali problemi del territorio e sugli strumenti di pianificazione,
  • educazione ambientale e civica;
  • sensibilizzazione ai problemi del territorio e responsabilizzazione nella gestione dei beni ambientali e pubblici;
  • trasparenza delle decisioni;
  • risoluzione dei conflitti e condivisione delle scelte, attraverso una negoziazione trasparente;
  • raccolta di informazioni, aspettative, preoccupazioni e proposte da cittadini e attori del territorio;
  • attuazione più rapida di piani e programmi, grazie alla condivisione delle scelte fin dal processo di pianificazione/decisione.

 

Su quali questioni è possibile partecipare?


Accesso all’informazione

La direttiva 2000/60/CE prevede l'accesso, su richiesta e previa autorizzazione, a tutti i documenti di riferimento e alle informazioni in base ai quali è stato elaborato il progetto del piano di gestione del bacino idrografico. Impone, inoltre, la pubblicazione di tutti i documenti che dovranno essere oggetto di consultazione (vedi sotto).

Consultazione

I principali argomenti su cui direttiva 2000/60/CE prevede la consultazione sono:

  • Calendario e programma di lavoro per la presentazione del Piano di Gestione e misure di consultazione (modalità di consultazione, individuazione degli stakeholders e calendario dei lavori).

  • Individuazione e valutazione globale provvisoria delle principali criticità nella gestione dei corpi idrici.

  • Sintesi del Piano di Gestione.

Partecipazione Attiva

La direttiva 2000/60/CE promuove la partecipazione attiva di tutte le parti interessate all'attuazione della direttiva stessa, in particolare all'elaborazione, al riesame e all'aggiornamento dei piani di gestione dei bacini idrografici.

 

Chi viene coinvolto?


La direttiva 2000/60/CE individua 2 principali soggetti da coinvolgere nel processo di partecipazione:

  • Il pubblico: cui devono essere consentiti la consultazione e l’accesso alle informazioni di base. La definizione suggerita dalla Linea Guida 8 è quella della Direttiva VAS (2001/42/CE), così come recepita dal decreto legislativo 152/06 e s.m.i. : una o più persone fisiche o giuridiche, secondo la normativa o la prassi nazionale, e le loro associazioni, organizzazioni o gruppi

     

  • I portatori di interesse: cui deve essere consentita anche una partecipazione attiva. La definizione suggerita dalla Linea Guida 8 è: qualsiasi persona, gruppo o organizzazione con un interesse in una questione, sia perché direttamente coinvolta, sia perché in grado di avere una qualche influenza sugli esiti. Tra i portatori di interesse è necessario comprendere coloro che ancora non sono consapevoli del fatto che subiranno gli effetti di una problematica, ovvero la maggior parte dei singoli cittadini e molte società o ONG di piccole dimensioni.

È fondamentale effettuare un’analisi trasparente dei portatori di interesse al fine di coinvolgere attivamente un numero di soggetti compatibile con i tempi, le risorse e le capacità organizzative a disposizione per il processo partecipativo. La selezione potrà basarsi su vari fattori, quali ad esempio:

  • importanza e ruolo del soggetto rispetto alle questioni di gestione delle acque prese in esame
  • livello di rappresentanza rispetto alla scala della discussione
  • contesto sociale in cui avviene il processo
  • capacità di partecipazione

Il gruppo di portatori di interesse selezionato dovrà comunque essere il più possibile rappresentativo delle parti che hanno un potenziale interesse nelle varie problematiche.
È poi opportuno distinguere tra soggetti istituzionali, cui spettano decisioni direttamente o indirettamente inerenti il Piano di Gestione, e soggetti non istituzionali. In particolare sono:

Soggetti istituzionali:

  • Amministrazioni, Autorità ed Enti Pubblici nazionali e locali
  • agenzie ambientali

Soggetti non istituzionali:

  • comunità scientifica
  • associazioni con specifici interessi economici (es. relativi a pesca, industria, agricoltura, portualità…)
  • associazioni e organizzazioni non governative con specifici interessi ambientali e territoriali
  • società/studi di pianificazione/progettazione ambientale
  • ordini professionali
  • altre associazioni e utilizzatori a vario titolo delle acque
  • pubblico generale

Naturalmente soggetti diversi possono essere coinvolti con modalità e livelli di approfondimento diversi. Fondamentale è, però, che ciascuna scelta nella progettazione del processo partecipativo sia documentata, motivata e condivisa. Proprio per questo la direttiva 2000/60/CE prevede che anche le misure consultive che si intendono adottare siano sottoposte a consultazione.

 

Modalità di partecipazione


La direttiva 2000/60/CE indica i temi sui quali improntare un processo di partecipazione pubblica e le forme di partecipazione da attivare (accesso all’informazione, consultazione, partecipazione attiva) ma lascia ampia libertà agli Stati Membri di impostare il processo in funzione della situazione sociale e della prassi dei singoli Stati. L’unico vincolo imposto dalla direttiva è un periodo minimo di sei mesi per la presentazione di osservazioni scritte sui documenti in questione al fine di garantire l'attiva partecipazione e la consultazione di pubblico e portatori di interesse. È possibile però suggerire per ciascuna forma di partecipazione delle buone pratiche (una trattazione più completa è consultabile nella Linea Guida n.8).

 

Accesso all’informazione

La direttiva prevede l’accesso ai documenti di riferimento e alle informazioni in base ai quali è stato elaborato il progetto del piano, riferendosi a documenti diversi rispetto a quelli da sottoporre a consultazione! Tale accesso è subordinato ad un’opportuna richiesta ed è regolamentato in base alla normativa sull’accesso all’informazione in materia ambientale e alla convenzione di Aarhus. Un altro aspetto importante di un processo di partecipazione pubblica è la diffusione delle informazioni, non solo dei documenti ma anche della loro esistenza, delle fasi d’avanzamento del processo di pianificazione e del processo di partecipazione stesso. 

Per garantire completezza e omogeneità nella comunicazione è opportuno individuare:

  • a chi è rivolta l’informazione (soggetti istituzionali, gruppi di portatori di interesse, pubblico…);
  • come deve essere fornita: quotidiani, Internet, depliant, spot televisivi, incontri e conferenze informative; 
  • gli obiettivi della singola informazione: sensibilizzazione, promozione dei cambiamenti o semplice informazione.

Inoltre, la scelta definitiva è determinata anche dalle risorse economiche e dal tempo a disposizione.

 

Consultazione

La consultazione può iniziare solo dopo il completamento della bozza di piano e degli altri documenti (a differenza della partecipazione attiva che deve dare un contributo proattivo durante tutto il ciclo di pianificazione).

La facoltà di presentare osservazioni, emendamenti, proposte deve essere garantita a chiunque (a differenza della partecipazione attiva che coinvolge attori selezionati in base al loro effettivo interesse nella gestione delle acque, alla loro disponibilità a partecipare al processo e alla scala e alle risorse disponibili per il processo) anche attraverso un’opportuna pubblicizzazione di tale possibilità e delle relative modalità di svolgimento.

La direttiva prevede la presentazione di osservazioni scritte (la Linea Guida n.8 include come mezzo sia la posta ordinaria che la posta elettronica). È comunque possibile attivare anche una consultazione verbale, ad integrazione e completamento di quella scritta, in cui i contributi vengono raccolti per mezzo di interviste o durante laboratori o conferenze.

 

Partecipazione Attiva

Questa forma di partecipazione presuppone che i soggetti coinvolti contribuiscano attivamente alle varie fasi del ciclo di pianificazione. Per vincoli temporali (ad esempio le scadenze della direttiva), di risorse economiche e di complessità tecnica i soggetti coinvolti devono essere selezionati, attraverso un’analisi trasparente. La definizione degli obiettivi, delle regole e, soprattutto, dell’effettivo contributo che le attività di partecipazione proposte possono portare al Piano aiuta a rendere realistiche le aspettative delle parti interessate.

Le possibili attività volte alla partecipazione attiva sono progettate in base alle specifiche fasi del ciclo di pianificazione. Ad esempio:

  • Discussione in merito agli obiettivi e alle procedure di lavoro, alla definizione dei ruoli, ai requisiti per la partecipazione dei vari attori, alla disponibilità e all’importanza dei dati esistenti, al piano di comunicazione. Tale attività può essere svolta attraverso riunioni o seminari e con questionari rivolti ai principali attori sociali.

  • Raccolta e analisi delle conoscenze e delle percezioni relative alla descrizione dei corpi idrici superficiali e sotterranei e delle principali criticità ambientali. Tale attività può essere svolta tramite laboratori, interviste, gruppi di lavoro e visite sul campo condotte con le parti interessate.

  • Proposta, elaborazione e definizione di soluzioni e misure. Tale attività può essere svolta attraverso laboratori e incontri con i principali attori sociali ed economici che saranno coinvolti o influenzati dall’attuazione delle misure.

In generale è necessario garantire la diffusione delle informazioni a tutti i soggetti coinvolti attraverso comunicati stampa, internet (mailing list e sito), volantini…

 

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Ultimo aggiornamento 28.07.2023