In piena operatività il progetto "Telemetria satellitare applicata alla balenottera comune in mar Mediterraneo: Integrazione per marcatura Balenottere nel periodo invernale-primaverile 2013 nello Stretto di Sicilia e nel Golfo di Orosei"

Nato dalla collaborazione tra MATTM, International Whaling Commission ed un pool di Enti di Ricerca Nazionali ed Internazionali per la marcatura ed il monitoraggio via satellite in tempo reale di esemplari di grandi cetacei

 

Il Mediterraneo ospita una popolazione di Balenottere comuni che vengono studiate con regolarità ormai da oltre due decenni, soprattutto nel mar Ligure e mar di Corsica che per questi grossi misticeti rappresentano i quartieri estivi di alimentazione; diversi studi sono stati compiuti negli ultimi anni sull'utilizzo dell'habitat, sul comportamento, sulla distribuzione e sull'abbondanza delle Balenottere comuni (note ai ricercatori come Balaenoptera physalus) nel Mediterraneo settentrionale in estate, mentre ben poco si sa ancora della loro destinazione invernale.

In altre zone del mondo le Balenottere tendono a migrare tra i quartieri estivi, in cui si alimentano, e quelli invernali dove si dedicano invece alla riproduzione; in Mediterraneo potrebbe avvenire qualcosa di simile oppure, trattandosi di una popolazione sostanzialmente isolata in un ambiente differente da quello oceanico, gli animali si potrebbero comportare in maniera diversa; finora non è stato chiarito definitivamente se le balenottere migrano verso zone ben precise o se invece si disperdono o, addirittura, se in parte rimangono in zone distinte.

Attraverso il tracking satellitare l’International Whaling Commission, per la prima volta in Mediterraneo su iniziativa dell’Italia, segue alcuni esemplari nei loro spostamenti nella stagione invernale e primaverile, e costituisce un’importante opportunità di raccolta di informazioni scientifiche finora inedite sui movimenti della specie nel bacino meridionale del Mediterraneo; gli animali sono stati equipaggiati con uno speciale trasmettitore in grado di rivelare regolarmente la sua posizione attraverso il sistema satellitare Argos.

Il progetto, che il Dr. Greg Donovan (Head of Science dell’International Whaling Commission - IWC) ha messo in opera per conto della Direzione Protezione Natura del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, si avvale anche della collaborazione di ricercatori del TRI (Tethys Research Institute), dell'Università di Siena e del NOAA (la statunitense National Oceanic and Atmospheric Administration).

La realizzazione di questo progetto riafferma la già raggiunta posizione di leadership dell’Italia quale primo Paese nel Mediterraneo attuatore della specifica metodica analitica, all’avanguardia nel gruppo dei 23 Paesi Contraenti l’Accordo ACCOBAMS: si sottolinea inoltre la rilevanza costituita dall’International Whaling Commission quale Soggetto proponente ed attuatore, rappresentando tale Organismo internazionale il più elevato consesso riconosciuto in materia di studio e conservazione dei cetacei, che ad oggi ha promosso e condotto, prima del presente progetto, un unico similare intervento sulla Balena grigia al largo dell’Isola di Sakhalin, nell’Oceano Pacifico.

Lo scopo è di ottenere informazioni finora inedite, sui movimenti della specie Balaenoptera physalus nel bacino meridionale del Mediterraneo, in particolare lungo la costa orientale della Sardegna e al largo dell’Isola di Lampedusa ed in aree limitrofe, di vitale importanza per l’individuazione di eventuali aree che necessitano di una protezione speciale (analogamente al Santuario Pelagos, istituito per i cetacei nel Mediterraneo settentrionale). Inoltre, le rotte invernali e primaverili potranno essere sovrapposte alle informazioni sul traffico marittimo - a tutt'oggi le collisioni con le imbarcazioni, soprattutto di grande stazza, rappresentano una gravissima minaccia per i grandi cetacei e per questa specie in particolare.

La ricerca è compiuta su specifica autorizzazione da parte degli uffici competenti, e viene condotta nel massimo rispetto dei criteri, sia legali che etici, del benessere animale. Il sistema Argos, basato su sei satelliti orbitanti, è il più frequentemente utilizzato proprio per il tracking degli animali, e consente di ottenere dati di posizione per 12 ore al giorno in due "finestre" di 6 ore ciascuna.

La spedizione dell’IWC, in mare per tutto il mese di marzo 2013, sta applicando i trasmettitori ad esemplari presenti al momento nelle acque al largo dell’Isola di Lampedusa, seguendo gli spostamenti degli animali in tempo reale: ogni dispositivo è in grado di fornire (a seconda del tipo e della programmazione della trasmissione dati) da 25mila a 90mila trasmissioni, restando in attività fino a qualche mese.

Pochi giorni fa, il Dr. G. Donovan ha trasmesso a questa Direzione il primo rapporto preliminare, in cui rende nota l’avvenuta marcatura di 2 esemplari: i risultati preliminari indicano che le 2 balenottere marcate finora stazionano al momento nella zona sud dell’Isola.

La raccolta dati attualmente in corso, rafforzata dalla precedente campagna di marcatura satellitare effettuata nel 2012 nelle acque del Santuario Pelagos, fornirà indicazioni più robuste sul comportamento su piccola e larga scala e sulle eventuali rotte migratorie: i dati ricavati dalla telemetria sono di particolare importanza poiché finalizzati alla definizione ed allo sviluppo di misure di mitigazione degli impatti e di azioni operative conservazione a medio/lungo termine di tale specie, rendendo possibile individuare aree che possono necessitare di una protezione speciale. L’identificazione delle rotte migratorie fornirà informazioni importanti per azioni di mitigazione, in combinazione con i dati del traffico navale.

Tale progetto trova puntuale ed innovativa motivazione nel quadro degli adempimenti istituzionali nazionali assunti nell’ambito dell’Accordo ACCOBAMS: in particolare, gli obiettivi progettuali, rispondono altresì agli adempimenti proposti in via esclusiva dall’Italia e sottoscritti dagli altri Paesi Contraenti nell’ambito dell’Accordo ACCOBAMS, alle relative Risoluzioni pertinenti ed al Work Programme 2011/2013 approvati dalle Parti Contraenti in sede di IV° Meeting of the Parties ACCOBAMS (Monaco, 9-12 novembre 2010), segnatamente:

  • Resolution 4.5 - Work Programme 2011–2013, Conservation Actions: < >RMTM 1 - The ACCOBAMS Survey Initiative

    RMTM 2 - Population Structure

    Resolution 4.11 - Population Structure Studies

  • Resolution 4.12 - Comprehensive Cetacean Population Estimates and Distribution in the ACCOBAMS Area

Il progetto si prefigge inoltre di fornire dati e conoscenze per l’attuazione, da parte dell’Italia, della Direttiva 2008/56/EC (Direttiva Quadro per la Strategia Marina, MSFD) per le attività di monitoraggio finalizzate al raggiungimento del Good Environmental Status (GES) dei mari Italiani, obiettivo primario della Direttiva stessa.

Le conoscenze acquisite con questo progetto costituiranno contributo essenziale all’assolvimento delle prescrizioni della MSFD, in quanto la Balenottera comune, così come altre specie, può essere considerata un indicatore del raggiungimento, mantenimento o recupero del GES sulla base dei seguenti descrittori qualitativi:

  • Descrittore n. 1) La biodiversità è mantenuta. La qualità e la presenza di habitat nonché la distribuzione e l’abbondanza delle specie sono in linea con le prevalenti condizioni fisiografiche, geografiche e climatiche;
  • Descrittore n. 4) Tutti gli elementi della rete trofica marina, nella misura in cui siano noti, sono presenti con normale abbondanza e diversità e con livelli in grado di assicurare l’abbondanza a lungo termine delle specie e la conservazione della loro piena capacità riproduttiva.

    La collaborazione con l’Università di Siena consente inoltre, tramite il prelievo di biopsie sulle Balenottere incontrate e marcate, di fornire indicazioni anche sul Descrittore n. 8 (contaminants) e sul Descrittore n. 10 (marine litter).

Ultim’ora: avvistato e fotografato raro esemplare di Megaptera novaeangliae a 10 miglia dall’Isola di Lampedusa

Un avvistamento del tutto inaspettato ha sorpreso stamane il gruppo di ricercatori che stanno svolgendo il progetto di tagging e telemetria satellitare sui cetacei al largo dell'isola di Lampedusa: è stata infatti documentata la presenza di una megattera Megaptera novaeangliae - una "balena" fino ad oggi considerata inconsueta nel Mediterraneo; è una specie frequente per esempio alle Hawaii o in Australia, che però normalmente non vive nei nostri mari.

Autore dello straordinario avvistamento il Dr.Panigada (Ph.D., TRI Vice-President) che, con il coordinamento dell'International Whaling Commission (IWC – Head of Science Dr. Greg Donovan) e assieme all'Area Marina Protetta Isole Pelagie sta conducendo, grazie a un finanziamento del Ministero dell’Ambiente, ricerche sulle Balenottere comuni che in questa stagione vengono ad alimentarsi nelle acque intorno all'Isola.

La sorpresa risale alle 08.00 di ieri mattina 12 marzo, quando una giovane megattera, lunga non più di 8-9 metri (contro i 14-15 degli adulti) è stata avvistata a circa dieci miglia a est sud-est dell’isola di Lampedusa, verso la secca di Levante. L'animale nuotava tranquillo mangiando in superficie; la zona infatti è nota per l’abbondanza, in questo periodo, di grandi sciami di krill - gamberetti della specie Nyctiphanes couchii, che si possono osservare sulla superficie dell’acqua.

Il cetaceo è stata seguito per circa un’ora e mezza, durante la quale è stato "foto-identificato", cioè sono state riprese quelle parti, come la tipiche chiazze bianche e nere sulla parte inferiore della coda, che consentono di riconoscere l'individuo ed eventualmente confrontarlo con altri avvistati.

Considerata visitatrice occasionale in Mediterraneo, negli ultimi 4 anni la megattera tuttavia è stata osservata ben 10 volte, in Spagna, Francia, Liguria, Toscana, e perfino in Adriatico. Due mesi fa la carcassa di un esemplare è arrivata in spiaggia nei pressi di Sirte, in Libia. È un segno che qualcosa sta cambiando nell'equilibrio dei nostri mari, o c'è solo maggior attenzione a fenomeni che un tempo sarebbero passati inosservati? A queste e ad altre domande, sempre finalizzate alla conservazione delle specie e del loro ambiente, i ricercatori cercano di dare delle risposte.

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Ultimo aggiornamento 30.07.2013