Progetto di liberazione dai ratti dell’isola di Montecristo

MontecristoSono pervenute al Ministero numerose email in merito al progetto di liberazione dai ratti dell’isola di Montecristo. Si tratta di un progetto finalizzato all’eradicazione dei ratti dall’isola ed è stato co-finanziato dal programma Life + della Commissione Europea. Il beneficiario coordinatore del progetto è il Corpo Forestale dello Stato, beneficiari associati sono il Parco Nazionale dell’arcipelago Toscano, l’ISPRA, la società Nemo e compaiono anche come coofinanziatori la Provincia di Livorno e la Regione Toscana.

In questo contesto è stata condotta dai beneficiari una lunga, attenta e rigorosa disamina di tutti gli aspetti tecnici della derattizzazione dell’isola di Montecristo, con particolare riferimento ai possibili rischi ambientali, l’intero progetto è stato quindi vagliato e approvato dalla Commissione Europea. Il progetto è finalizzato all’eradicazione della popolazione di ratti sull’isola, quali importante misura per migliorare lo stato di conservazione di specie di uccelli protetti da direttive comunitarie e convenzioni internazionali durante il delicato periodo riproduttivo. Analoghi interventi di derattizzazione sono stati sperimentati e attuati con successo in svariate isole sia in Italia (Giannutri, Zannone, Pianosa) sia in altri Paesi, senza pregiudicare lo stato di conservazione delle specie non bersaglio.

Si tratta di interventi auspicati e sostenuti a livello dell’unione Europea, in linea con le raccomandazioni di numerose Convenzioni internazionali e della IUCN. Lo stesso ISPRA afferma che la derattizzazione dell’isola di Montecristo costituisce una delle più importanti azioni condotte nel Mediterraneo a tutela degli uccelli marini e per la rinaturalizzazione dei sistemi micro insulari, e anche importanti associazioni ambientaliste hanno dato pieno sostegno al progetto.

 

Roma, 20 febbraio 2012

ISPRA precisa che in merito a possibili impatti negativi dell’azione, si è certi che sia stata messa in opera ogni realistica forma di contenimento/mitigazione degli stessi, pur nella consapevolezza che eventuali effetti indesiderati potranno essere riscontrati, ma dovranno essere valutati come costo inevitabile a fronte di vantaggi di entità ben superiore.
Rispetto a presunti contrasti con la normativa sanitaria vigente, il CFS ha evidenziato come il progetto sia stato condiviso dal Ministero della Sanità, che ha anche emanato una specifica ordinanza (14 gennaio 2010, art. 1 comma 6) per consentire interventi come quello in questione.

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