La valutazione del rischio per la salute umana e l’ambiente

L’ampio utilizzo delle nanotecnologie ha suscitato, da una parte, un grande interesse per gli evidenti vantaggi economici e sociali e, dall’altra parte, preoccupazioni circa i possibili effetti negativi di questi materiali sull’ambiente e sulla salute umana.

A tutt’oggi vi sono ancora notevoli lacune in merito ai potenziali effetti negativi e ai rischi per la salute umana e l’ambiente. Trattandosi di tecnologia di particolare complessità sviluppata negli ultimi anni, è stato necessario mettere a punto un processo di valutazione del rischio dei nanomateriali per indagare, in particolare:

• la rilevanza delle vie di esposizione;

• i sistemi di misura dell’esposizione;

• i meccanismi di traslocazione e la possibilità di degradazione delle nanoparticelle all’interno del corpo umano;

• i meccanismi di tossicità per l’uomo e per l’ambiente.

E’ inoltre da tenere in considerazione, nel valutare se un materiale possa costituire un pericolo per la salute o meno,  le dimensioni  e la forma delle nanoparticelle poiché, proprio a causa delle loro piccole dimensioni, possono arrivare ai polmoni se inalate, oppure, attraverso il sangue, raggiungere organi vitali, causando quindi malattie.

La nanotossicologia riveste quindi un ruolo primario per la prevenzione dei rischi per la salute umana e per una completa e corretta informazione dei consumatori.

Si definisce eco-nanotossicologia la scienza che studia i nanomateriali artificiali nella biosfera e i loro effetti sugli ecosistemi.

I nanomateriali possono entrare in contatto con diversi organismi, influenzando l’intera catena alimentare.

L’ambiente può essere esposto durante l’intero ciclo produttivo delle sostanze in nanoforma: durante la produzione, il trasporto e lo stoccaggio, l’utilizzo e lo smaltimento.

Il destino ambientale delle sostanze in nanoforma dipende dalle caratteristiche specifiche della sostanza, come la forma, la solubilità in acqua, la dimensione complessiva, la capacità di agglomerazione, ecc.  Una volta entrate nell'ambiente, le nanoparticelle danno luogo a numerosi processi di interazione chimico-fisica con le varie componenti biotiche e abiotiche e possono rimanere intatte o essere sottoposte ai seguenti processi:  

• dissoluzione;

• speciazione (cioè associazione con altre sostanze chimiche disciolte in forma ionica o molecolare);

• degradazione (trasformazione biologica o chimico-fisica in altre sostanze e/o mineralizzazione completa;

• agglomerazione;

• deposizione.

La dimensione delle particelle nella scala dei nanometri modifica in modo sostanziale le caratteristiche chimico-fisiche del materiale e in particolare la reattività superficiale, determinando una nuova e spesso imprevista modalità d’interazione con l’ambiente.

 

 


Ultimo aggiornamento 16.07.2019