Come fanno a muoversi al buio?
Tutti i pipistrelli ci vedono ma la maggioranza (tutti quelli europei) si affida a un sistema sonar detto ecolocalizzazione. Emettono ultrasuoni dalla bocca oppure dalle narici e ascoltano l’eco dei suoni che rimbalzano contro agli oggetti. Riescono così a capire come è fatto l’ambiente che li circonda per individuare ostacoli, prede ed eventuali predatori anche nel buio più assoluto.
Perchè stanno appesi a testa in giù?
Perché così possono riposarsi senza fare alcuna fatica. I tendini delle dita dei piedi sono fatti in modo tale da far chiudere queste contro l’appiglio grazie al peso del corpo, mentre per sganciarsi e prendere il volo il pipistrello deve compiere uno sforzo muscolare per aprire le dita. La possibilità di rimanere appesi senza sforzo è molto utile in quanto consente a questi animali di trovare rifugio in luoghi inaccessibili ai predatori, come il soffitto delle grotte, le cavità negli alberi, gli edifici, i ponti, ecc.
Cosa mangiano?
Il pianeta ospita più di 1100 diverse specie di pipistrelli ognuna delle quali ha sviluppato particolari adattamenti: in questo gruppo di mammiferi sono rappresentate praticamente tutte le possibili diete esistenti. Esistono pipistrelli insettivori, carnivori, piscivori, ematofagi, frugivori, nettarivori e mangiatori di polline. Il 70% delle specie conosciute si nutre di insetti e grazie a questo tipo di alimentazione ha conquistato la maggioranza delle regioni del pianeta spingendosi a tutte le latitudini ad eccezione dei circoli polari. I frugivori sono invece esclusivi dei climi tropicali, mentre nei deserti si trovano i consumatori di nettare e polline. Esistono tre sole specie ematofaghe, che si nutrono solo di sangue per lo più di animali domestici, e vivono in America latina.
Dove si rifugiano?
Non tutti i pipistrelli si riposano nelle grotte: alcuni si rifugiano negli alberi, nelle miniere, negli edifici e nei ponti. La varietà di luoghi utilizzati è ampia e riflette la biodiversità stessa dei pipistrelli. Ai tropici esistono pipistrelli che trovano riparo sotto alle foglie del banano, altri dentro ai culmi del bambù, altri ancora nelle ragnatele, o addirittura nei termitai! In Europa per esempio il Barbastello può rifugiarsi sotto alla corteccia degli alberi, mentre altre specie forestali come le nottole possono sfruttare i buchi scavati dai picchi. Ogni specie ha così delle esigenze specifiche. A causa della perdita di habitat di rifugio molti pipistrelli sono minacciati di estinzione.
Quanto vivono?
Nonostante le loro piccole dimensioni, i pipistrelli sono animali longevi: in natura si hanno notizie di esemplari inanellati che superano tranquillamente i 30 anni di età, con un massimo accertato di 41 anni. Inoltre, al contrario di altri mammiferi di pari dimensioni, come ad esempio i roditori, hanno un basso tasso riproduttivo in quanto la maggior parte delle specie partorisce un solo piccolo all’anno.
Quando vanno in ibernazione?
In generale il periodo di ibernazione va dal tardo autunno all’inizio della primavera. I pipistrelli si trasferiscono dai rifugi estivi a quelli invernali che presentano le caratteristiche adatte a consentire loro di superare l’inverno, ossia elevata umidità e temperatura bassa e costante, condizioni che trovano normalmente in grotte e miniere.
Quanto sono grandi?
Gli estremi dimensionali nei pipistrelli vanno da una apertura alare di 1,5m e un peso di un kg di alcuni megachirotteri, a specie minuscole come il ‘Pipistrello bombo’ del peso di circa 2 grammi. In Europa la specie più grande è la Nottola gigante dall’apertura alare che può toccare i 46 cm e dal peso medio di una cinquantina di grammi. La specie più piccola è invece il Pipistrello pigmeo che con i suoi 4 grammi presenta un’apertura alare massima di 25 cm.
Quante specie di pipistrelli esistono?
In tutto il mondo esistono oltre 1100 specie di pipistrelli delle quali circa 180 appartengono al sottordine dei Megachirotteri, detti anche ‘volpi volanti’, esclusive delle zone tropicali del vecchio mondo. Le restanti specie appartengono al sottordine dei Microchirotteri e si trovano a tutte le latitudini ad eccezione che ai Poli.
Cosa sono le volpi volanti?
Sono un gruppo di pipistrelli che vive ai tropici nel Vecchio Mondo, quindi in Australia, in Africa, in Asia e nelle isole del sud del Pacifico. Il loro nome è dovuto alla forma del muso che ricorda, appunto, quello di una volpe. Hanno occhi molto grandi e un olfatto ben sviluppato per trovare la frutta matura di cui si nutrono . Solo un genere (Rousettus) è capace di ecolocalizzare, anche se in modo rudimentale Sono impollinatori e dispersori di semi e svolgono pertanto un ruolo importante nella rigenerazione delle foreste pluviali.
Cos’è il guano?
È il termine con cui si indicano le deiezioni degli uccelli e le feci dei pipistrelli che sono da tempo utilizzate come fertilizzante.
Perchè conservare i pipistrelli?
I pipistrelli svolgono funzioni importanti in numerosi ecosistemi. Sono i predatori principali di un gran numero di specie di insetti e contribuiscono a tenerne sotto controllo il numero, limitando i danni arrecati da svariate specie nocive ai raccolti e ai boschi. I pipistrelli frugivori assolvono una fondamentale azione di dispersione dei semi di piante sia in habitat deserticolicome quelli dell’America sudoccidentale, sia nelle foreste pluviali, e accelerano il rimboschimento di aree bruciate o disboscate favorendo l'impianto di piante pioniere. I nettarivori sono talora gli unici impollinatori di piante di grande importanza economica, come il cocco. I pipistrelli sono anche utili per il guano che producono, che è uno dei migliori fertilizzanti esistenti al mondo ed è la principale fonte di nutrimento per le altre forme di vita nei sistemi ipogei. Sono inoltre utilizzati nella ricerca medica sull’invecchiamento in quanto la loro longevità è messa in relazione a caratteristiche fisiologiche come una longeva capacità replicativa, una limitata attività dell’enzima proteolitico calpain a livello cerebrale e una bassa produzione di radicali liberi. Non solo, sono studiati anche perché non sono soggetti a malattie cardiovascolari nonostante i tassi elevati di colesterolo riscontrati nel sangue. Si può quindi dire che i pipistrelli contribuiscono a darci raccolti più sani, garantiscono la continuità agli ecosistemi forestali, tropicali, desertici e ipogei, ci permettono di avere mango, banane, fichi, tequila, ecc., e perché no, aiutano anche la ricerca medica.
Purtroppo sono in rapido declino in tutto il mondo e tra le cause principali, oltre alla distruzione dei loro habitat e all’uso di pesticidi, non è trascurabile la persecuzione che subiscono da parte delle persone a causa di una intolleranza ingiustificata.
Possono essere buoni animali da compagnia?
I pipistrelli sono animali selvatici e sono protetti dalla legge (L. 157/1992, L. 104/2005, D.P.R. 357/1997 e 120/2003), pertanto è illegale catturarli o detenerli, nonché disturbarli o distruggere i loro rifugi.
I pipistrelli trasmettono delle malattie?
I pipistrelli possono trasmettere due malattie che interessano l’uomo: la rabbia e l' istoplmasmosi.
La rabbia può essere prevenuta tramite un apposito vaccino che qui in Italia è consigliato a tutte le persone che studiano i pipistrelli o svolgono attività di recupero per cui sono in forzato e costante contatto con questi animali.
I pipistrelli sono pressoché innocui per quanto riguarda la rabbia, ossia non presentano percentuali di infezione superiori a quelle di altre specie di mammiferi. Inoltre i pipistrelli rabidi non hanno comportamenti aggressivi, di norma il virus li paralizza, per cui nel caso si trovino animali a terra inabili a riprendere il volo, è sufficiente raccoglierli utilizzando adeguate protezioni (dei guanti spessi per esempio).
L’istoplasmosi non è trasmessa direttamente dai pipistrelli: il fungo Histoplasma capsulatum, responsabile dell’infezione, vive normalmente nel suolo e prolifera in presenza di accumuli di guano, sia esso di uccello o di pipistrello, in condizioni caldo-umide. La malattia si può pertanto contrarre frequentando i luoghi in cui il fungo dimora. Sebbene l’istoplasmosi sia curabile se diagnosticata correttamente e non sia tipica del nostro paese, negli ultimi anni è sempre più spesso associata all’AIDS, ossia esistono casi di infezione in pazienti italiani malati di AIDS.
Glossario
Rabbia
La rabbia è causata da un virus appartenente alla famiglia dei rabdovirus, genere Lyssavirus che colpisce gli animali selvatici e domestici, nonché l'uomo. Si può trasmettere attraverso il contatto con la saliva di animali malati, quindi attraverso morsi, ferite o graffi. La malattia provoca un'encefalite con percorso fatale sia per gli animali che per l’uomo, eccetto rarissime eccezioni.
Il decorso clinico dell’encefalite rabida è caratterizzato da due possibili forme: una furiosa (75% dei casi) con fenomeni di aggressività da parte di animali normalmente mansueti, e una paralitica (25 % dei casi) con paralisi progressiva senza manifestazioni di aggressività. La prevenzione della malattia nell’uomo si basa sulla vaccinazione preventiva per chi svolge attività professionali “a rischio specifico” (veterinari, guardie forestali, guardie venatorie ecc.) e sul trattamento vaccinale post esposizione, limitato a particolari situazioni di rischio, come l’aggressione da parte di un animale sospetto.
Il decorso clinico dell’encefalite rabida è caratterizzato da due possibili forme: una furiosa (75% dei casi) con fenomeni di aggressività da parte di animali normalmente mansueti, e una paralitica (25 % dei casi) con paralisi progressiva senza manifestazioni di aggressività. La prevenzione della malattia nell’uomo si basa sulla vaccinazione preventiva per chi svolge attività professionali “a rischio specifico” (veterinari, guardie forestali, guardie venatorie ecc.) e sul trattamento vaccinale post esposizione, limitato a particolari situazioni di rischio, come l’aggressione da parte di un animale sospetto.
Istoplasmosi
L’istoplasmosi è un’infezione che si contrae inalando le spore del fungo Histoplasma capsulatum e colpisce i polmoni. Non si trasmette quindi da uomo a uomo. Questo fungo vive nel suolo e può proliferare in ambienti chiusi, umidi e caldi, in prevalenza grotte con temperature di 20-30 gradi. È diffuso nel sud degli Stati Uniti e nei Caraibi, mentre è raro in Europa e in Italia.