L'Italia anticipa le regole Imo-Onu sulle acque di zavorra per frenare il trasporto di specie marine estranee. Firmato il decreto sulle certificazioni degli impianti di trattamento

nave1E' stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il 17 aprile il  decreto direttoriale del direttore della direzione generale della Protezione della natura e del mare del ministero dell'Ambiente, di concerto con il  direttore generale della direzione generale per il Trasporto marittimo e per vie d'acqua interne del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, denominato '"Modifiche al decreto 16 giugno 2010 inerente le procedure nazionali per il rilascio della certificazione di tipo approvato per impianti di trattamento di acque di zavorra, prodotti da aziende italiane. (12A04248) (GU n. 90 del 17-4-2012 )".

Il decreto stabilisce le modalità per la certificazione di impianti prodotti da aziende italiane da istallare a bordo delle navi per controllare il fenomeno del trasferimento di specie viventi "aliene" (cioè provenienti da altri mari) attraverso l'acqua di zavorra delle navi.

La presenza di specie aliene invasive nell'acqua di zavorra che le navi imbarcano per stabilizzare il loro assetto, e che scaricano in mare al loro arrivo in porto, rappresenta uno dei principali vettori di diffusione di questo preoccupante fenomeno su scala mondiale che, oltre a costituire una temibile minaccia per la biodiversità marina, può comportare gravi conseguenze economiche per le economie costiere, e  costituire nel caso del trasferimento e della diffusione di alghe tossiche un serio problema sanitario.

Per prevenire questo fenomeno è stata firmata nel 2004 a Londra nell'ambito dell'Imo, l'Organizzazione marittima internazionale dell'Onu, la convenzione Ballast water. Questa convenzione non è ancora entrata in vigore a livello internazionale.

Con questo decreto, che anticipa l'entrata in vigore e la ratifica nazionale della convenzione Ballast Water, e che consentirà al nostro Paese di rimanere all'avanguardia nella politica di contenimento di questo preoccupante fenomeno,  potrà aprirsi anche alle aziende italiane il vastissimo mercato degli impianti di trattamento di cui a regime dovranno essere dotate tutte le navi in circolazione negli oceani del mondo.


Ultimo aggiornamento 29.07.2013