Il Ministero dell’Ambiente il 6 aprile scorso ha sottoscritto con tutte le Regioni rivierasche italiane un Protocollo d’intesa per la stesura di linee guida nazionali per la difesa delle coste dall’erosione costiera e dagli effetti dei cambiamenti climatici.
Con il protocollo è stato istituito il Tavolo Nazionale sull’Erosione Costiera che ha contribuito ad inquadrare e affrontare la problematica del fenomeno dell’erosione in forma coordinata ed integrata individuando procedure comuni per una corretta e sostenibile gestione della fascia costiera a livello nazionale.
Nel Tavolo Nazionale, il Ministero dell’Ambiente ha il compito di indirizzare le attività verso proposte di azioni omogenee di tutela e di intervento che si concretizzeranno nella definizione di indirizzi generali e criteri che diventeranno il riferimento normativo e operativo nella pianificazione della difesa della costa e nella programmazione degli interventi da realizzare.
L’esigenza di affrontare la problematica ha portato Il Ministero dell’Ambiente a inquadrare la tematica nel suo contesto complessivo in riferimento ai fattori strutturali di alterazione e degrado per favorire, parallelamente alle azioni di difesa dall’erosione, anche azioni di riduzione delle cause che generano i fenomeni erosivi lungo le coste, nonché tutte le azioni di protezione e valorizzazione dei litorali che devono prescindere dai limiti amministrativi nello spirito di garantire omogenee attività di tutela e di intervento a livello nazionale.
L’erosione della costa è il risultato diretto e indiretto di alterazioni del ciclo dei sedimenti, determinate da cause naturali e antropiche. Tra queste ultime in particolare, la realizzazione di invasi artificiali che sottraggono ingenti volumi di sedimento al bilancio sedimentario, le escavazioni incontrollate in alveo, le sistemazioni idraulico-forestali che, proteggendo il suolo dall’erosione, necessariamente riducono la disponibilità di sedimento in alveo, nonché la perdita del sedimento trattenuto lungo i tratti terminali dei fiumi in sovralluvionamento a causa della mancata manutenzione. Va ricordato, infine, che anche gli effetti di erosione costiera associati ai fenomeni di subsidenza possono avere una certa rilevanza a scala locale.
Il ridotto apporto dei sedimenti al mare, unitamente all’irrigidimento dei litorali associato alle attività antropiche, determina quindi cambiamenti delle morfologie di spiaggia emersa e sommersa e la conseguente instabilità dei litorali, principalmente riconducibile all’innescarsi di fenomeni erosivi e di arretramento della linea di riva.
Per meglio inquadrare i suddetti fenomeni e avviare un percorso di riequilibrio del ciclo dei sedimenti, il Tavolo Nazionale si è posto l’obiettivo di formulare le presenti linee guida nelle quali si pongono a confronto le varie problematiche di erosione costiera con le possibili soluzioni di riequilibrio, protezione o adattamento tenendo conto anche degli effetti dei cambiamenti climatici.
Le Linee Guida Nazionali sono state illustrate lo scorso 8 novembre a Rimini nell’ambito di Ecomondo, la Fiera Internazionale del recupero di materia ed energia e dello sviluppo sostenibile, dalla Sottosegretaria all’Ambiente Silvia Velo e dal Ministro Gian Luca Galletti.
Un documento – ha sottolineato Velo – redatto anche grazie al prezioso contributo delle regioni rivierasche italiane e delle Autorità di Bacino, che affronta da un lato le cause dell’erosione costiera e che, dall’altro, offre possibili soluzioni di riequilibrio, protezione e adattamento in relazione al contesto fisiografico del territorio.