IL TOTEM DEL CONSUMISMO E IL TABU’ DEL RIUSO

colonna malagrottianaIspirata alla Colonna Antonina, della quale ricalca le fattezze (ma non ne raggiunge l’altezza), la Colonna Malagrottiana inaugurata ieri sera nel Parco dell’Appia Antica, a Roma, vorrebbe farsi spazio in una città già ricca di obelischi ed ergersi a perenne monito contro il consumismo, lo spreco, l’affluent society.

 
Realizzata dall’artista Roberto Lucifero e l’équipe del Centro studi Cappella Orsini la singolare installazione racconta quaranta anni di scarti urbani attraverso un carotaggio simbolico. Il contenuto è ben visibile perché la plastica della colonna è trasparente e gli oggetti catturati, per quanto vecchi e sporchi, sono ben riconoscibili: gli scarponi, la macchine da scrivere, i giornali, il grammofono.
 
Se non fosse stato per un progetto europeo (“Mo.re. and Mo.re.”) rivolto a promuovere il maggior riciclo possibile dei rifiuti urbani e quindi la progressiva scomparsa delle discariche, Roberto Lucifero non avrebbe probabilmente mai allestito questo totem. Si spera invece che esso trovi una collocazione pubblica definitiva perché il suo messaggio simbolico è di pressante attualità e vale più di mille campagne di sensibilizzazione.
 
Il coinvolgimento dell’artista in uno dei problemi più complessi delle società contemporanee, che cosa fare delle tonnellate di rifiuti che produciamo ogni giorno, non è l’unica cosa che impressiona lo spettatore. Siamo tutti attratti dall’idea ecologica del riciclo totale, dell’efficienza e del risparmio ma di fatto pochissimi sanno come dovrebbe avvenire concretamente la “re-immissione nei processi produttivi – spiega il progetto Mo.re. and Mo.re. – dei materiali gettati nei cassonetti, attraverso il perseguimento del duplice obiettivo di ridurre le tipologie di rifiuti non recuperabili e incrementare le capacità di riuso, localmente disponibili, fino a realizzare una filiera corta dei rifiuti, con un bilancio di materia in pareggio tra produzione e riutilizzo.”
 
Se l’obelisco del riciclo mancato continuasse a incombere negli anni a venire, forse il consumatore si sentirebbe un po’ più obbligato a portare la bottiglietta di vetro a chi è disposto a comprarla, le pile esauste a chi le smaltirà correttamente, la carta vecchia a chi la trasformerà in cartone.
 
 
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per saperne di più:  www.life-moreandmore.eu

Ultimo aggiornamento 29.07.2013