Creiamo le Nazioni Unite dell’Ambiente

Prestigiacomo 2Le crisi ambientali globali, dai cambiamenti climatici alla scomparsa della biodiversità al depauperamento delle foreste, non potranno essere risolte senza una seria riflessione sulla governance internazionale dell’ambiente.

I Paesi hanno risposto alle sfide ambientali che via via si sono presentate attraverso una sommatoria di istituzioni, trattati e accordi che richiedono una riforma organica.
Un’esigenza a cui è stato dato impulso anche dal cancelliere tedesco Angela Merkel e dal presidente francese Nicolas Sarkozy. In una lettera al segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon, hanno sottolineato che bisogna modificare la governance ambientale e sfruttare lo slancio fornito dalla Conferenza Onu di Copenhagen sui cambiamenti climatici del prossimo dicembre per fare significativi passi avanti nella creazione di un’Organizzazione mondiale per l’ambiente.
Anche altri leader mondiali sostengono una posizione simile, e si sta diffondendo, a vari livelli, la consapevolezza che la risposta alle sfide ambientali si rivelerà vana senza un adeguato peso politico e istituzioni efficaci.
Oggi le organizzazioni internazionali incaricate di affrontare il pilastro ambientale dello sviluppo sostenibile hanno sovente limitate possibilità di intervento a causa della mancanza di fondi sufficienti. Il Programma per l’Ambiente delle Nazioni Unite (Unep), ha uno dei bilanci annuali più limitati nel sistema dell’Onu. Inoltre, la maggior parte delle centinaia di trattati ambientali ha segretariati separati, circostanza che rende la cooperazione tra gli organi problematica e implica duplicazione di funzioni e di costi. Basti pensare che fra il 1992 e il 2007 si sono svolti 540 meeting relativi a 18 trattati internazionali sull’ambiente. Nel corso di questi incontri sono state approvate 5mila decisioni che i paesi sono stati chiamati a ratificare. Esiste quindi una grande dispersione di sedi decisionali, che andrebbero coordinate, e di risorse, che potrebbero essere impiegate meglio per sostenere i Paesi nella comune battaglia a tutela dell’ambiente. La storia ha dimostrato che istituzioni internazionali forti sono il presupposto per la costruzione di una cooperazione mondiale di successo. Si avverte la necessità, quindi, di un’organizzazione ambientale unica e autorevole nell’ambito delle Nazioni Unite in materia ambientale.
Una Agenzia in grado di lavorare a stretto contatto con istituzioni forti come l’Organizzazione Mondiale per il Commercio e l’Organizzazione Mondiale per la Sanità, che sono i cardini economici e sociali dello sviluppo sostenibile.
E’ necessaria quindi un’inversione di rotta. Un pianeta di sei miliardi di persone, che entro il 2050 arriveranno a nove miliardi, richiede che i governi pianifichino attentamente l’oggi e il domani per affrontare con responsabilità le crisi ambientali, sia quelle più significative sia quelle emergenti. Se i governi accettano l’idea che la green economy – a bassa intensità di carbonio e altamente efficiente dal punto di vista dell’utilizzo di risorse –, sia la grande chance per il futuro del pianeta, per uno sviluppo all’insegna della sostenibilità, allora il rafforzamento del sistema di governance ambientale internazionale deve essere una parte significativa dell’attuale dibattito mondiale. Per giungere responsabilmente a riforme ambientali illuminate che diano un futuro alla nostra terra.
 
Stefania Prestigiacomo
Ministro italiano dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
 
John Njoroge Michuki
Ministro kenyota per l’Ambiente e le Risorse Minerarie
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Ultimo aggiornamento 26.07.2013