CONFINI MARINI, BUON ACCORDO CON LA FRANCIA

In questi giorni si è diffuso (direi comprensibilmente vista la delicatezza del tema) un certo allarmismo, soprattutto in Toscana, in merito alla vicenda della delimitazione dei confini marini tra Italia e Francia più volte apparsa sulla stampa. Nessun regalo o svendita delle acque italiane alla Francia, dunque, come si è voluto far credere nelle scorse settimane; ma un accordo stipulato tra Francia e Italia che non muta in maniera significativa l'estensione delle acque nazionali. Al contrario, con l'accordo, si fissano in modo chiaro le rispettive aree di competenza, condizione essenziale per l'attuazione degli strumenti di salvaguardia e tutela ambientale.

Dopo i chiarimenti forniti dal ministero degli Affari Esteri, ritengo importante dare la lettura del ministero dell'Ambiente sotto il profilo della tutela e della salvaguardia del mare. Come ribadito dal ministero degli Esteri, l'accordo di Caen (firmato il 21 marzo 2015 e ancora da sottoporre a ratifica parlamentare) non è ancora in vigore e rispetta i criteri stabiliti dall'Unclos (la Convenzione delle Nazioni unite sul diritto del mare). In particolare, per il mare della Toscana, l'Italia ha mantenuto immutata la definizione di linea retta di base per l'Arcipelago Toscano, già fissata dal nostro Paese per la delimitazione del mare territoriale nel 1977. Analoghi criteri sono stati rispettati per le acque territoriali tra Corsica e Sardegna, salvaguardando l'accordo del 1986 inclusa la zona di pesca congiunta. Per quanto riguarda il Mar Ligure, in assenza di un precedente accordo di delimitazione, l'accordo di Caen segue il principio dell'equidistanza come previsto dall'Unclos. Quello che però voglio evidenziare in questa sede è il significato dell'accordo di Caen sotto il profilo ambientale e i motivi per cui non solo è opportuno, ma addirittura urgente arrivare a una rapida ratifica dello stesso.

Tra Italia e Francia sono infatti aperti numerosi dossier ambientali direttamente collegati con la definizione dei confini marittimi. Fra questi, mi preme fare particolare riferimento alle attività connesse all'attuazione della Direttiva quadro sulla strategia marina, lo strumento che prevede il raggiungimento del buon stato ambientale delle nostre acque entro il 2020, oltre che le attività finalizzate alla definizione di un comune approccio fra Italia e Francia alla designazione e all'identificazione delle aree Sic (Siti di importanza comunitaria) ai sensi della Direttiva Habitat e delle Zps (Zone di protezione speciale) ai sensi della Direttiva uccelli. A queste vanno aggiunte tutte le altre attività in corso tra i due Paesi nell'ambito degli accordi Ramoge, del Santuario Pelagos, del Pssa di Bonifacio (Particularly sensitive sea area) e allo schema di separazione del traffico nel Canale di Corsica. Una rapida ratifica dell'accordo di Caen da parte del Parlamento è auspicabile perché avrà un riflesso positivo per le politiche di protezione ambientale del nostro mare e per le attività connesse. Chi tiene veramente al nostro mare non può che augurarsi una ratifica dell'accordo.

Silvia Velo - Sottosegretario all'Ambiente
Articolo apparso su Il Tirreno del 09/03/2016
 

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Ultimo aggiornamento 17.03.2016