Informativa incendi, Galletti: parte Programma nazionale di riforestazione delle aree protette colpite

Di seguito il testo integrale dell'informativa in aula Camera dei Deputati

 

Signor Presidente,

Signori On.li,

ho accolto con piacere l’invito che mi è stato rivolto perché mi dà la possibilità di fare il punto sulla delicata questione degli incendi boschivi che sta caratterizzando purtroppo questo 2017.

I dati diffusi nelle scorse ore dal Capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio spiegano in maniera esaustiva l’eccezionalità e la complessità della situazione che ci troviamo a fronteggiare: dal 10 al 17 luglio sono stati richiesti oltre un terzo degli interventi anti-incendio dall’inizio dell’anno. Oltre 300 in una settimana e oltre 950 dall’inizio dell’anno. La cifra più alta dal 2007 a oggi.

E’ dunque una situazione particolarmente critica per due ordini di motivi.

Da un lato abbiamo la forte siccità che sta caratterizzando la stagione estiva, con temperature al di sopra della media e una ventilazione che favorisce il propagarsi degli incendi.

Dall’altro lato c’è la gravissima recrudescenza di episodi dolosi, che rappresentano la stragrande maggioranza delle cause degli incendi che ancora oggi siamo chiamati a fronteggiare.

Di fronte a questo insopportabile crimine contro la natura e contro ognuno di noi stiamo mettendo in campo tutte le azioni e tutto il personale – Esercito compreso – disponibile.

Serve però anche una fortissima azione repressiva contro i piromani, per la quale oggi Forze dell’Ordine e Magistratura dispongono di una normativa più adeguata, grazie proprio al lavoro del Parlamento.

La recente legge sugli Ecoreati ha infatti introdotto strumenti attesi da decenni contro chi fa scempio dell’ambiente.

La legge ha introdotto, tra le varie novità, il reato di “disastro ambientale”, la cui pena è la reclusione da 5 a 15 anni. In questa fattispecie può rientrare anche l’incendio boschivo. Con l’ “aggravante ambientale” dell’art. 452-novies è, inoltre, possibile un inasprimento della pena da un terzo alla metà (quando il reato riguarda i delitti ambientali).

Questo vuol dire che un piromane può essere condannato a una pena di oltre 20 anni di reclusione.

Una pena che io ritengo assolutamente adeguata, data la gravità del danno che quanti appiccano un incendio, specie se in un’area protetta, determina per la collettività.

Aggiungo che il Governo proprio ieri ha presentato in commissione Bilancio del Senato un emendamento al Dl Mezzogiorno che, ferme restando le pene già previste dal codice penale in materia di incendio doloso, prevede anche la confisca a beneficio del Comune dei terreni incendiati nel caso in cui l’autore dell’incendio sia il proprietario.

Di fronte a questa emergenza la risposta deve essere ampia, certamente emergenziale e repressiva dei fenomeni criminali, ma anche in grado di recuperare le preziose risorse perdute. Questo perché a essere messe in discussione sono anche le funzioni che tali risorse svolgono per il clima e la biodiversità, con particolare riferimento all’assorbimento di Co2 e all’adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici. Per questo annuncio il lancio di un Programma nazionale di riforestazione delle aree protette colpite dagli incendi, per il quale ho previsto un primo stanziamento di 5 milioni di euro, reperite nell’ambito delle risorse europee destinate alle misure di adattamento ai cambiamenti climatici, strettamente connesse con quanto viene messo più a rischio oggi: la protezione del suolo, la riduzione dei rischi idrogeologici, l’assorbimento di Co2, il mantenimento della biodiversità.

Siamo impegnati insomma per riportare quei luoghi a come erano prima degli incendi: chi pensa invece possano diventare terre abbandonate o aree da piegare agli intenti criminali avrà dallo Stato la risposta che merita. 


E’ doveroso, in primo luogo, ricordare che la problematica degli incendi boschivi è complessa, per le molteplici componenti e le interrelazioni (climatiche, morfologiche, vegetazionali, antropiche, socio-economiche, ecc.) che la caratterizzano in un dato ambiente geografico. Questa necessita, quindi, di una doverosa sinergia fra le varie Istituzioni, in particolar modo fra quelle competenti per la lotta attiva. 

In previsione della criticità climatica che sta interessando il nostro Paese e considerata anche la riorganizzazione del Corpo Forestale operata dal decreto legislativo 177 del 2016, il 3 luglio scorso ho convocato, presso il mio Ministero, un’apposita riunione per fare il punto sulla relativa pianificazione Anti Incendi Boschivi e sulle forze disponibili per fronteggiare la situazione con tutte le Istituzioni cointeressate: Regioni, Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, Carabinieri-forestali (CUTFAAC) ed Enti gestori delle aree protette.

All’esito della riunione, il 12 luglio scorso è stata da me emanata una Direttiva che evidenzia l’importanza della sinergia e della collaborazione istituzionale nella lotta agli incendi, richiamando all’attenzione tutte le azioni necessarie per far fronte all’emergenza nell’attuale stagione estiva, nonché una serie di raccomandazioni volte a rafforzare anche le attività di programmazione e prevenzione.

La Direttiva ha lo scopo di assicurare la massima sinergia e collaborazione nell’affrontare la difficile ed annosa problematica degli incendi boschivi, di grande rilievo per il nostro Paese e di particolare importanza per la salvaguardia del prezioso patrimonio naturale presente all’interno delle aree protette statali.

Si è provveduto, inoltre, a trasmettere la Direttiva a tutti gli attori istituzionali che hanno competenza diretta in merito alla lotta attiva, inclusi gli Enti Parco, il Capo Dipartimento della Protezione Civile, nonché il Presidente della Conferenza dei Presidenti delle Regioni.

Con riferimento all’attività pianificatoria Anti Incendi Boschivi svolta dal mio Ministero, occorre evidenziare che la situazione dei relativi Piani dei Parchi Nazionali e delle Riserve Naturali Statali è sostanzialmente a regime da diversi anni e ogni Piano pluriennale viene rinnovato alla sua scadenza quinquennale. Durante il periodo di valenza del Piano, ogni anno viene predisposta una relazione di aggiornamento. Si segnala, a tal proposito, che la situazione Piani Anti Incendi Boschivi è disponibile sul sito del Ministero dell’ambiente.

Nella consapevolezza che il fenomeno degli incendi boschivi rappresenta una delle emergenze ambientali più critiche per il nostro Paese, si segnala, inoltre che è stato firmato, il 5 aprile scorso, un apposito Protocollo d’intesa tra l’Arma dei Carabinieri e il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, al fine di definire ogni utile sinergia operativa e di migliorare ulteriormente l’efficacia degli interventi. In particolare, tale Protocollo individua gli ambiti di rispettivo intervento e definisce le attività di collaborazione in materia. Mediante tale strumento, le Parti regolano i diversi ambiti di intervento e le attività di collaborazione tenendo conto che le competenze e le funzioni già assegnate dalla legge al Corpo Forestale dello Stato devono intendersi trasferiti al Corpo se attinenti alla lotta attiva agli incendi boschivi con mezzi aerei e terrestri, e all’Arma se attinenti alla prevenzione e repressione delle violazioni in materia di incendi boschivi e al monitoraggio del territorio in genere con raccolta, elaborazione, archiviazione e diffusione dei dati relativi alle aree percorse dal fuoco. In particolare, l’Arma, in materia di incendi boschivi realizza l’attività di prevenzione attraverso i servizi di controllo del territorio, anche aerei, nonché la verifica degli adempimenti da parte dei soggetti pubblici e privati; acquisisce le segnalazioni di incendi boschivi; conduce specifiche attività investigative; provvede al monitoraggio delle aree percorse dal fuoco e agli accertamenti conseguenti gli incendi boschivi che prevedono attività di rilievo e di perimetrazione delle aree percorse dal fuoco.

Sul piano operativo, sono state diramate, per tempo, puntuali disposizioni a tutti i Comandi dell’Arma, territoriali e della Specialità Forestale, per indirizzare i servizi di controllo del territorio alla sorveglianza per il contrasto degli incendi boschivi, specie nelle aree rurali e montane, diramando prontamente i conseguenti allarmi e assicurando i primi interventi.

Per orientare la pianificazione dei servizi, è stato diramato il documento di analisi elaborato dal Comando Unità per la Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare, concernente l’esame e la valutazione di tutti gli episodi incendiari verificatisi nel 2016. Inoltre, ogni giorno viene trasmesso a tutti i Reparti dell’Arma il bollettino di rischio incendi, diramato dal Dipartimento della Protezione Civile, che fornisce una previsione a 24 e 48 ore della suscettività all’innesco degli incendi boschivi, della possibile intensità della linea di fuoco e della velocità di diffusione dell’incendio. In generale, nel settore del contrasto tutti i Reparti dell’Arma, dall’inizio dell’anno, hanno denunciato per il reato di incendio boschivo 366 persone, traendone in arresto 18.

In merito alle attività investigative per gli eventi del cratere vesuviano, sono in corso accertamenti tecnici finalizzati all'individuazione dei punti di insorgenza e al rilevamento di tracce organiche. Analoghe attività d'indagine si stanno svolgendo, in particolare, in Puglia, Toscana, Lazio, Basilicata e Calabria.

Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, oltre alle attribuzioni istituzionalmente spettanti allo stesso, esercita, in concorso con le Regioni, le competenze in materia di lotta attiva contro gli incendi boschivi, ivi comprese quelle inerenti l’ausilio di mezzi da terra e aerei; il coordinamento delle operazioni di spegnimento; la partecipazione alla struttura di coordinamento nazionale e a quelle regionali.

Va ricordato, altresì, come al fine di sollecitare il ricorso ad accordi pattizi tra le Regioni e il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco - l’unico Corpo dello Stato che può, su richiesta delle Regioni, concorrere nelle attività di lotta attiva contro gli incendi boschivi - sia stato sottoscritto il 4 maggio scorso, su iniziativa del Ministero dell’interno, un apposito Accordo quadro tra il Governo e le Regioni, nell’ambito della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano. Tale Accordo integra ulteriormente il quadro delle iniziative assunte dal Governo per prevenire, per quanto possibile, su tutto il territorio nazionale, eventuali disfunzioni operative in materia di lotta attiva agli incendi boschivi

Successivamente sono state stipulate, alcune sono in via di prossima definizione, diverse Convenzioni con le Regioni che hanno manifestato un interesse in tal senso. Nel dettaglio, alla data del 17 luglio scorso risultano sottoscritti, o sono nella fase conclusiva, 13 atti convenzionali; sono, inoltre, in corso delle interlocuzioni per la definizione di ulteriori due strumenti pattizi. Questi strumenti, oltre a prevedere diverse forme di collaborazione, consentono di rafforzare i dispositivi di lotta a terra agli incendi boschivi, grazie alla previsione di squadre del Corpo a questo dedicate.

Sempre da un punto di vista generale, va, inoltre, evidenziato che la campagna estiva AIB2017 ha avuto ufficialmente inizio dal 15 giugno 2017, anche se in alcune zone del Paese (come Sardegna e Sicilia) gli incendi boschivi e di interfaccia si sono sviluppati già ad inizio di giugno, mantenendosi su numeri abbastanza alti per il periodo, fino alla situazione emergenziale dall’11 al 15 luglio diffusa su tutto il centro-sud del Paese. La campagna AIB in corso, anche in virtù delle peculiari condizioni climatiche e del perdurante stato di siccità che sta interessando diverse Regioni, si sta caratterizzando per un’eccezionale intensità del fenomeno, in quanto si sta registrando, rispetto al trend degli ultimi anni, un notevole aumento degli incendi boschivi. Basti pensare, al riguardo, che il solo Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco dal 15 giugno al 16 luglio ha già effettuato nel 2017 circa 25 mila interventi a terra (nell’intero anno 2016 sono stati in tutto 73.043 e 68.651 nel 2015); inoltre, al momento, sono state già attivate, nel medesimo periodo, ben 632 schede da parte del Centro operativo aereo unificato (COAU) per l’impiego di mezzi aerei della flotta statale.

A tal ultimo riguardo, va, infatti, precisato che le Regioni, per le operazioni di spegnimento dall’alto, possono avvalersi, in tutto o in parte, di una propria flotta, anche ricorrendo a società esterne, ovvero richiedere, qualora necessario, il concorso dello Stato. In tal caso, va ricordato che il Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri è chiamato, attraverso il Centro operativo aereo unificato (COAU) ad assicurare, grazie ad un coordinamento nazionale, “le attività aeree di spegnimento con la flotta aerea antincendio dello Stato”. Tale flotta si avvale, come noto, di mezzi di particolare efficacia, come i 19 Canadair, transitati al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco dal 2014 - di cui 16 sono costantemente operativi. Per quanto attiene a tali velivoli, si precisa che lo schieramento ordinariamente operativo pari a 14 velivoli è stato implementato, a partire dal 15 giugno e fino al 15 settembre prossimo, di ulteriori due mezzi grazie al progetto europeo denominato “EU Buffer”. I predetti 2 Canadair aggiuntivi sono dedicati prioritariamente al progetto europeo - e, in tal senso, va ricordato che tali mezzi sono recentemente intervenuti in Portogallo in occasione dei tragici eventi che hanno interessato quel Paese - ma sono impiegabili anche sul territorio nazionale.

Inoltre, proprio per far fronte alle esigenze connesse con la campagna AIB in corso, si deve precisare che, oltre ai 16 Canadair, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ha messo a disposizione 15 elicotteri per la campagna Anti Incendi Boschivi 2017, utilizzando in parte elicotteri provenienti dall’ex Corpo Forestale dello Stato, in parte mettendo a disposizione propri velivoli. Anche in virtù di tale sforzo il COAU oggi vanta una delle maggiori flotte di cui abbia potuto disporre nell’ultimo decennio, a cui contribuisce per circa l’80% il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. In particolare, i velivoli del Corpo hanno effettuato dal 15 giugno al 16 luglio più di 2 mila e 600 ore di volo, a fronte delle 651 dello scorso anno, e più di 13 mila e 800 lanci d’acqua, a fronte dei circa 3 mila dello stesso periodo nel 2016.

Effettuato questo quadro ricognitivo a livello nazionale, si rappresenta che, per le specifiche esigenze dell’Italia meridionale e centrale, particolarmente interessata dalla fase acuta di questi giorni, sono stati quotidianamente impegnate 3.400 unità di personale del Corpo, di cui 800 grazie ad un’apposita implementazione degli ordinari dispositivi. In particolare, giornalmente, in tali aree territoriali sono state mediamente operative circa 450 squadre di terra, anche grazie al pronto trasferimento di 24 squadre in assetto antincendio boschivo provenienti da alcune Regioni del Centro-Nord attualmente non interessate dalle richiamate criticità.

Dall’11 al 16 luglio, a fronte dell’intenso lavoro svolto a livello regionale, dove hanno operato le squadre di terra regionali, quelle del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e quelle dei volontari AIB, con il prezioso supporto, ove disponibili, anche dei mezzi aerei regionali, sono pervenute al COAU complessivamente 243 richieste di concorso aereo, con una media di circa 40 richieste al giorno.

Si informa, inoltre, che è in corso da parte del Dipartimento della Protezione Civile un’istruttoria tecnica per l’eventuale delibera del Consiglio dei Ministri dello stato di emergenza ai sensi dell’articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225 in relazione alle esigenze operative conseguenti all’impiego eccezionale della flotta aerea dello Stato nei giorni scorsi.

Ferme restando, dunque, le iniziative già intraprese, rimane alta l’attenzione e il confronto al fine di salvaguardare il prezioso patrimonio naturale del nostro territorio e delle aree protette.

Ciò che non può assolutamente mancare in momenti come questi, in cui il nostro patrimonio naturale è sotto attacco, è la coesione istituzionale e il sostegno a chi è impegnato contro le fiamme.


Passo ora, anche su richiesta degli interroganti, ad un resoconto dettagliato di alcune situazione di maggiore criticità sul suolo nazionale.

In Campania, da informazioni pervenute dalla medesima Regione, emerge che, in termini di risposta AIB, la stessa si è dotata di una propria struttura, all’interno della quale è presente anche l’ulteriore sala operativa cosiddetta “terra dei fuochi”. Sono, peraltro, attive sale operative di livello provinciale e centri operativi locali.

La stessa Regione, a partire dall’inizio del mese di luglio ha dovuto fronteggiare un’ondata di roghi che hanno interessato l’intero territorio regionale. In alcune giornate sono stati registrati oltre cento incendi; i più significativi hanno interessato l’area vesuviana, con fronti di fuoco, in alcuni momenti, lunghi oltre 2 km.

Al riguardo, va rappresentato che, dal 15 giugno al 16 luglio 2017, la Regione ha inviato al COAU del Dipartimento della Protezione Civile 106 richieste di concorso aereo, di cui 43 solo nel periodo dall’11 al 16 luglio ed in particolare 25 nella sola provincia di Napoli.

L’intera struttura della Protezione Civile regionale è stata coinvolta: oltre 700 unità che hanno operato incessantemente giorno e notte. A questa forza, naturalmente, va aggiunto l’apporto del Corpo dei Vigili del Fuoco, dell’Esercito (dal 19 luglio raggiungeranno le 90 unità) e del volontariato locale.

In particolare, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ha realizzato, dalla data del 15 giugno sino a quella del 16 luglio scorso, più di 3.200 interventi a terra. Nel medesimo arco temporale sono state attivate dal Centro Operativo Aereo Unificato 106 interventi, con l’impiego dei Canadair in 97 casi. Va, altresì, posto in evidenza come nel territorio campano siano, in questo momento, dislocati tre mezzi elicotteristici del Corpo Nazionale.

Al fine di implementare ancor di più i dispositivi di intervento a terra del Corpo è stato, altresì, recentemente stipulato con la Regione un Protocollo d’intesa che prevede, tra l’altro, nel periodo di maggior esposizione al rischio incendi, un incremento dell’operatività, attraverso la predisposizione di 8 squadre AIB dedicate, aumentabili, in caso di particolari necessità, fino a 10. Inoltre, al fine di implementare il dispositivo di intervento a terra, nella maggior parte dei Comandi provinciali del Corpo sono stati effettuati richiami di personale in turno libero e raddoppi di personale.

Più in particolare, in merito al Parco Nazionale del Vesuvio lo scorso 12 luglio, mi sono recato in loco, in ragione della situazione eccezionale che si è creata. Lo scenario ha messo in evidenza l’aspetto doloso del fenomeno e quindi la necessità di operare in modo altrettanto eccezionale per poter fronteggiare la situazione in modo adeguato, sia con le forze di polizia che con l’esercito, per un’adeguata azione di presidio del territorio, in collaborazione  con il Ministero dell’Interno e del Ministero della Difesa. Per l’emergenza nel Parco del Vesuvio è stato disposto il servizio provvisorio di militari provenienti dal Comando Regione Carabinieri Forestale Abruzzo e Molise (10 unità) e di 6 Operai in tenuta e con automezzo AIB, nell’ambito della Riserva nazionale di Tirone Alto Vesuvio (dove già sono presenti 11 operai). 

 Sempre con riferimento alla Regione Campania, e più in particolare alla provincia di Napoli, il Procuratore della Repubblica di Napoli ha comunicato che l’Ufficio sta procedendo a carico di ignoti e le indagini si trovano in una fase iniziale. Il Procuratore ha aggiunto che, allo stato, e salvi gli esiti di successivi accertamenti, i tre eventi incendiari che hanno di recente interessato la zona non appaiono collegati tra loro né riconducibili ad un’unica matrice. L’ufficio ha sottolineato come il lavoro investigativo in corso non consenta, allo stato, di privilegiare una particolare ipotesi circa la natura dolosa o colposa dei fatti e la riconducibilità ad “un’unica mano” degli altri accadimenti nel territorio vesuviano. Sembra, inoltre, potersi escludere il coinvolgimento della criminalità organizzata. Ad ogni modo, secondo quanto rappresentato dal Procuratore, le prime risultanze investigative hanno escluso che tutti i citati fenomeni fossero ingenerati da autocombustione, derivando verosimilmente la matrice degli stessi da comportamenti, dolosi ovvero colposi, di soggetti allo stato non ancora identificati.

In relazione all’entità del fenomeno, da una prima, sia pur approssimativa, stima dei danni risulta che i tre incendi abbiano interessato complessivamente circa 1600 ettari del Parco Nazionale del Vesuvio, dei quali circa 550 relativi alla Riserva Forestale “Tirone Alto Vesuvio”.

Per quanto concerne il territorio della provincia di Salerno, la competente Prefettura ha attivato, sin dal verificarsi dei primi episodi, l’Unità di Crisi per un continuo monitoraggio del fenomeno, attraverso costanti contatti con la Sala Operativa Regionale Unificata, la Sala Permanente Provinciale, con il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, con i Sindaci interessati e con le altre componenti operative. In questa provincia è stata segnalato un arresto in flagranza di reato da parte dell’Arma dei Carabinieri.

Con riferimento alla provincia di Avellino, dal 20 giugno ad oggi sono stati espletati un totale di 592 interventi per AIB, su un totale di 817 interventi di varia tipologia. Le richieste di intervento sono state evase con le forze ordinarie del Comando della Prefettura di Avellino, costituite da 7 squadre operative, ciascuna formata da 5 unità e mezzi di supporto, prevalentemente autobotti. Inoltre, dal 17 luglio scorso è stato attivato un Piano Operativo AIB in applicazione della convenzione regionale, che sarà operativo fino al 30 settembre. Il Procuratore di Avellino ha comunicato che è stato iscritto un procedimento penale in seguito al decesso di un uomo che era intento a provocare un incendio esteso su un’area di circa 200 metri.


Quanto alla situazione nella Regione Siciliana, è innanzitutto importante evidenziare che la stessa è sprovvista di una flotta regionale. Ciò ha inciso ed incide in modo determinante sul rilevantissimo volume delle richieste di intervento di concorso della flotta aerea di Stato. Basti pensare che le richieste lanciate dalla Regione, già nel mese di maggio, hanno rappresentato circa il 48% del complessivo dato nazionale, evidenziando un sensibile aumento rispetto all’ultimo quadriennio.

Tenuto conto della situazione riscontrata, al fine di apportare un fattivo contribuito per la soluzione della delicata situazione il Dipartimento della Protezione Civile ha trasmesso tre note al Presidente della Regione Siciliana richiamando le responsabilità affidate alle Regioni dalla legge quadro n. 353 del 2000, ribadendo l’impegno delle strutture statali per fronteggiare la situazione incendi nel territorio regionale e segnalando l’anomalo incremento di richieste di concorso aereo. Alle predette interlocuzioni è conseguita una serie di riunioni, all’esito delle quali si è deciso di anticipare al 1° luglio la data di massimo schieramento della flotta aerea antincendio di Stato, per fronteggiare con il maggior numero di mezzi aerei statali l’inizio della campagna AIB2017. Si è deciso, altresì, di sottoscrivere una convenzione tra Regione e Corpo Nazionale del Vigili del Fuoco per impiegare assetti ad ala rotante dedicati alla Regione stessa ad uso esclusivo AIB, a partire già dalla metà del mese di luglio fino a fine esigenze. La Regione si è impegnata a organizzare specifici incontri a livello provinciale con le Prefetture competenti per territorio per verificare l’efficacia delle procedure informative ed i tempi di intervento in caso di situazioni emergenziali complesse, in particolare degli incendi di interfaccia. Conseguentemente, sono state definite alcune soluzioni operative che prevedono il supporto di 2 mezzi aerei ad ala rotante del comparto Difesa da dedicare alla Regione Siciliana per le attività antincendio previa sottoscrizione di apposita convenzione a titolo oneroso a carico della Regione stessa. Quest’ultima ha confermato la disponibilità al rimborso dei costi sostenuti impegnando la somma di euro 350.000,00.

Si segnala, inoltre, che dal 15 giugno alla data del 16 luglio il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ha effettuato più di 4.500 interventi di spegnimento a terra. Va, altresì, sottolineato che quella siciliana è, al momento, la Regione in cui sono stati attivati nella campagna AIB in corso il maggior numero di interventi aerei dal Centro Operativo Aereo Unificato. In particolare, a partire dal 15 giugno e sino al 16 luglio, sono stati attivati 184 interventi COAU, su un totale a livello nazionale pari a 632, con l’impiego nella maggior parte dei casi dei velivoli più efficienti della flotta di Stato, ovvero dei Canadair e degli elicotteri Erickson S64. Va, altresì, rilevato che proprio in ragione delle particolari esigenze riscontrate in Sicilia, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco sta costantemente garantendo, dall’avvio della campagna AIB, la presenza su quel territorio di un proprio assetto aereo ad ala rotante, per garantire un intervento in prontezza in caso di necessità e di richiesta di un concorso da parte della Regione. A tal fine, tra l’altro, è stata disposta l’apertura di una base aerea temporanea nell’area di Boccadifalco (PA). Compatibilmente con l’esigenza di garantire il soccorso tecnico urgente sull’interno territorio nazionale, è stata, altresì, disposta la dislocazione di norma di un ulteriore elicottero del Corpo presso la base aerea di Comiso. Infine, va rilevato come, anche in questa Regione, il dispositivo di intervento a terra, nella maggior parte dei Comandi provinciali del Corpo, sia stato incrementato attraverso richiami di personale in turno libero e raddoppi di personale.

Si rende noto, infine, che per un inquadramento degli effetti degli incendi dell’ultima settimana ed in accordo con il Ministero dell’ambiente, il Dipartimento della Protezione Civile ha attivato il servizio di mappatura satellitare operativo a livello europeo per la richiesta di mappature del danno a seguito degli incendi. Il servizio è già stato attivato per il rilievo degli effetti in Campania e in Sicilia, con particolare riferimento alle immagini satellitari relative all’area vesuviana.

Con particolare riferimento al territorio della provincia di Trapani, si fa presente che, anche nell’attuale stagione estiva, l’attività di coordinamento e sensibilizzazione della Prefettura, a tutela del territorio, è stata continuativa e si è svolta con la massima attenzione. La suddetta Prefettura ha immediatamente attivato l’Unità di Crisi con i Dirigenti prefettizi, le Forze dell’Ordine, la Protezione Civile Regionale, i Vigili del Fuoco, il Corpo Forestale per il coordinamento delle operazioni di spegnimento dell’incendio. L’attività dell’unità di crisi si è mantenuta in costante contatto con le sale operative degli Enti che vigilano l’area interessata ed è proseguita fino a cessate emergenze. La stessa ha assicurato il coordinamento delle operazioni, che complessivamente si sono svolte in piena sicurezza delle persone. Gli organi di Polizia hanno tratto in arresto in questa provincia alcuni piromani e hanno riscontrato la quasi certa dolosità per la maggior parte degli eventi.

Per quanto concerne la provincia di Agrigento, la competente Prefettura ha fatto presente che, nei primi giorni di luglio, il Centro Operativo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, in funzione di una previsione di alta suscettività all’innesco di incendi boschivi della Regione Siciliana, ha disposto l’immediato invio in zona di un contingente di 18 mezzi e 36 unità provenienti dalle Regioni Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Veneto. Inoltre, per affrontare l’emergenza, il contingente operativo del Comando di Agrigento passava da 40 unità, a circa 80 unità. La Prefettura di Agrigento ha comunicato, altresì, che lo scorso 20 giugno si è tenuta una riunione avente ad oggetto “attività di prevenzione e contrasto degli incendi interfaccia e boschivi, ondate di calore e sicurezza nei litorali”, alla quale hanno partecipato i rappresentanti dei Comuni della provincia nonché degli Enti coinvolti a vario titolo nella gestione dell’emergenza in questione.

In tale occasione, sono stati evidenziati i principali fattori di rischio per l’insorgenza di incendi nelle diverse zone del territorio ed è stata sottolineata l’importanza di una capillare opera di pianificazione, che ha inizio con l’adozione da parte delle singole amministrazioni comunali delle misure necessarie a rimuovere o contenere le situazioni di pericolo suscettibili di favorire l’innesco e la propagazione degli incendi. Particolare accento è stato posto anche sugli interventi ritenuti necessari per l’approvvigionamento idrico dei mezzi di soccorso antincendio e sull’importanza di approntare piani di emergenza per assicurare la possibilità di una pronta evacuazione delle persone coinvolte in caso di accertato pericolo. Il 14 luglio scorso i Carabinieri di Sciacca hanno proceduto al fermo di un soggetto pregiudicato.

Nella provincia di Palermo, attese le particolari condizioni di rischio segnalate dalla Sala Operativa Regionale Integrata Siciliana, sui luoghi dei roghi hanno operato squadre del Corpo Forestale Regionale e dei Vigili del Fuoco nonché appartenenti all’Arma dei Carabinieri. Sono intervenute anche 8 Associazioni di volontariato. Inoltre, a fronte del paventato acuirsi del fenomeno incendi su tutto il territorio regionale, nella mattina dell11 luglio si è tenuta presso la Prefettura di Palermo apposita riunione con i Sindaci dei territori più esposti al fenomeno ed i rappresentanti delle Amministrazioni statali e regionali competenti. Sono state nell’occasione ribadite le direttive in materia, evidenziandosi quegli strumenti ed accorgimenti preventivi indispensabili a fronteggiare gli incendi.

Con riferimento al territorio della provincia di Messina, per lo spegnimento dei focolai si è fatto ricorso a tutte le risorsi umane e di mezzi disponibili da parte del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco e degli interventi aerei assegnati dal Dipartimento Nazionale della Protezione Civile.

Al susseguirsi degli incendi, la Prefettura di Messina ha costantemente assicurato l’immediata attivazione anche del Comitato Operativo per la Viabilità, così da assumere con immediatezza ogni decisione attinente la sicurezza del traffico, nonché la sala operativa di Protezione Civile. 


Per quanto concerne l’emergenza incendi nella Capitale, va menzionato il vasto incendio si è sviluppato nella pineta di Castel Fusano.

Sul posto sono giunte tempestivamente le squadre dei Vigili del Fuoco, il personale del Servizio Giardini del Comune di Roma, i volontari delle associazioni di protezione civile, i militari appartenenti al Gruppo Carabinieri Forestale di Roma e quelli dell’Esercito “strade sicure”. Per spegnere le fiamme sono stati impegnati tre elicotteri e due canadair, varie autobotti e più di 20 squadre tra operatori e volontari. Intorno alle ore 20 la criticità è stata sostanzialmente riassorbita e l’incendio è stato messo sotto controllo, pur permanendo vari focolai.

Il vasto incendio ha messo in allarme tutta la popolazione residente e, tuttavia non si sono registrati casi di abbandono di abitazioni, se non per breve tempo e per misura esclusivamente precauzionale. Non risulta ancora possibile una precisa quantificazione dei danni, sicuramente copiosi e riguardanti una vasta zona della pineta. In concomitanza con le operazioni di spegnimento, i Carabinieri di Ostia hanno tratto in arresto un piromane di ventidue anni, la cui posizione è al vaglio degli organi inquirenti.

Con riferimento alla Pineta di Castel Fusano, già in data 7 giugno 2017 la Prefettura di Roma ha comunicato alla Regione Lazio, alla Città Metropolitana di Roma Capitale, a Roma Capitale, al Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco e al Gruppo Carabinieri Forestale di Roma le linee guida per l’organizzazione giornaliera delle attività di sorveglianza, vigilanza e spegnimento degli incendi. Tali disposizioni tengono conto del rinnovato quadro normativo introdotto dal D.Lgs. n. 177/2016.

In merito alle misure realizzate c/o programmate per fronteggiare l’emergenza incendi in questa provincia si rappresenta che, in virtù della delega conferita dal Ministro dell’Interno ai Prefetti ai sensi del D.M. del 15 luglio 2009, il Prefetto di Roma ha sottoscritto, in data 27 giugno u.s., la Convenzione AIB Lazio per l'anno 2017 con la Direzione Regionale dei Vigili del Fuoco per il Lazio e l'Agenzia Regionale di Protezione Civile, volta al potenziamento del sistema dì soccorso tecnico urgente e degli interventi di prevenzione e contrasto attivo relativo agli incendi boschivi e ad eventi naturali e antropici operante nell'ambito del territorio regionale del Lazio.

In tale occasione, nel richiamare le direttive diramate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Ministero dell'Interno, è stata ribadita la necessità di azioni, a carattere preventivo, mirate alla riduzione del rischio di innesco e propagazione degli incendi boschivi da parte dei Comuni e degli Enti proprietari delle strade, con priorità per le infrastrutture strategiche, la rete viaria e le aree di pregio ambientale e naturalistico, al fine di una pronta azione di rimozione della vegetazione erbacea lungo i percorsi ed una adeguata cura dei terreni incolti e abbandonati prossimi alle aree antropizzate.

Signor Presidente e On. Parlamentari ci sarà tempo per discutere e verificare eventuali carenze e difficoltà operative: oggi siamo tutti impegnati per l’emergenza a fianco degli operatori e delle comunità colpite dai criminali piromani.

Una cosa deve essere chiara a tutti: chi distrugge il bene più prezioso di tutti noi, chi mette a rischio la vita delle persone per l’interessi criminali verrà assicurato alla giustizia. Siamo a fianco delle comunità colpite con ogni energia: le nostre donne e i nostri uomini a lavoro stanno mostrando coraggio, dedizione, alta professionalità.

Difendere l’ambiente, mai come oggi, significa affermare la legalità.

 


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