Ambiente: Galletti ad agenzie UE, servono metodi inattaccabili per misurare impegni clima

Il saluto del ministro Galletti all'assemblea dei Direttori delle Agenzie Europee per l'Ambiente

Roma, 6 aprile 2017

E’ con vero piacere che rivolgo a tutti voi un caloroso benvenuto a nome del governo italiano e ringrazio Stefano La Porta per aver organizzato qui a Roma la 28° riunione plenaria dei direttori delle Agenzie Europee per la protezione dell’Ambiente.

Credo che le Agenzie abbiano un compito fondamentale nell’attuazione delle politiche ambientali del futuro, quelle attraverso le quali dovremo assicurare il raggiungimento dei target europei al 2030, gli obiettivi dell’accordo di Parigi e i “goal” dello sviluppo sostenibile dell’ONU.

E’ mia convinzione che la capacità delle agenzie di generare conoscenza utile e fornire supporto ai decisori politici e alla società, come di comprendere e affrontare le grandi questioni ambientali sarà tanto maggiore se vi sarà disponibilità ad accettare un cambio culturale: un nuovo modo di lavorare, maggiori interazioni con altre discipline, capacità di operare con maggiore spirito collaborativo, con nuovi partner e in consorzi internazionali.

Appare ormai evidente che i problemi ambientali debbano essere affrontati con approccio sovranazionale.  Il modello dell’EPA network in questo senso è paradigmatico, una piattaforma dove avviene un scambio di opinioni e di punti di vista e dove viene favorita la cooperazione sui temi ambientali ritenuti prioritari e d’interesse comune: dall’implementazione delle politiche ambientali, al monitoraggio e alla valutazione dello stato dell’ambiente, dalla comunicazione al rafforzamento della base scientifica nei processi decisionali in materia ambientale.

Ed è un bene anche che la rete sia allargata fino a includere le agenzie ambientali dei non-UE, che essa operi in stretta cooperazione con la Direzione Generale ‘Ambiente’ della Commissione Europea e con altre reti europee che operano nel settore ambientale, dell’energia, della ricerca, dello sviluppo economico.

Naturalmente ciascuna agenzia, come la nostra Ispra, svolge anche un fondamentale ruolo a livello nazionale in un campo delicatissimo come quello dell’ambiente. Un settore, il nostro, in cui è essenziale avere sempre come punto di riferimento i dati scientifici. E non, come spesso accade, essere coinvolti da spinte emozionali o da paure generiche, sovente agitate demagogicamente per fini politici.

Negli ultimi 10 anni abbiamo fatto un grande sforzo per fornire al Paese una più efficace governance ambientale, un adeguato quadro normativo per la protezione dell'ambiente e programmi efficienti per assicurare il rispetto degli impegni e dei requisiti ambientali, non ultimo quello che riguarda gli obiettivi definiti dall’Agenda ONU 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, per i quali il mio Ministero ha avuto un mandato governativo principale.

L'Italia ha attuato anche una serie di iniziative politiche volte a ridurre le emissioni nazionali di gas a effetto serra. Come membro dell'Unione europea, ha continuato a svolgere un ruolo chiave nelle sedi internazionali ambientali: il nostro paese è Parte di numerosi accordi ambientali globali, regionali o sub-regionali su una vasta gamma di questioni, come la protezione della natura e della biodiversità, il cambiamento climatico e inquinamento atmosferico transfrontaliero o delle acque.

Anche grazie a ciò, negli ultimi anni l’Italia ha registrato una serie di importanti progressi su una serie di questioni ambientali, tra cui la qualità delle acque, la riduzione delle emissioni di gas-serra e lo sviluppo delle fonti rinnovabili di energia, il regime di protezione della natura e della biodiversità, la sostenibilità delle pratiche agricole. 

Sfide importanti infine rimangono sul terreno della transizione verso l’economia verde e a basso tenore di carbonio, efficiente dal punto di vista dell’uso delle risorse naturali e dello sviluppo sostenibile e della crescita della consapevolezza ambientale dei cittadini.

In questo percorso un ruolo chiave è affidato alle agenzie per la protezione dell’ambiente, che sono chiamate alla responsabilità di fornire ai decisori politici gli strumenti necessari per definire soluzioni politiche efficaci, informate, scientificamente solide, sia a scala territoriale sia a scala internazionale.  In questo contesto alle agenzie è chiesto d’assicurare l’interfaccia tra il livello decisionale e la comunità scientifica.

Alle agenzie noi chiediamo anche di intensificare le attività indirizzate alla comunicazione e all’informazione verso cittadini per convincerli della rilevanza dell’ecologia, ascoltarli, coinvolgerli direttamente nelle attività di analisi e di monitoraggio (anche attraverso nuovi strumenti quali i progetti di citizen science o cittadinanza scientifica) e rispondere ai bisogni che provengono dalla società, in maniera indipendente e responsabile.

Il compito delle agenzie è anche quello di svolgere ricerca ambientale innovativa e anticipatoria. I temi di indagine della ricerca ambientale vanno dalla biologia sintetica molecolare alle geo-ingegneria planetaria. Nondimeno la comprensione dei fenomeni naturali risulta spesso in ritardo rispetto alla dimensione e al ritmo delle trasformazioni che interessano l’ambiente, a scala diversa.

Il lavoro più complesso che spetta alle agenzie nei prossimi anni è quello di contribuire alla definizione di quei meccanismi di misurazione degli sforzi degli stati nel perseguire gli obiettivi ambientali e di riduzione delle emissioni.

La scelta adottata a Parigi, e rivelatasi vincente, di procedere con la definizione degli obiettivi “dal basso”, cioè dalle scelte autonome di ciascun paese che definisce i suoi “contributi nazionali”, richiede infatti adesso, e la prossima scadenza che ci siamo dati è la Cop24  del 2018, uno sforzo attuativo di carattere scientifico.

Sarà necessario individuare metodi inattaccabili per rendere comparabili misure e interventi molti diversi e, in questo ambito, per misurare progressi, battute d’arresto, stati di avanzamento per valutare, sia in termini di singolo paese che globali, i progressi fatti e quanto manca ai target concordati.

Sono certo comunque che l’EPA Network, con le nostre Agenzie per la Protezione dell’ambiente, potrà dare anche in questo campo un contributo decisivo confermando la leadership europea nell’impegno per la tutela delle risorse naturali e del pianeta. 


Source URL: https://www.mase.gov.it/comunicati/ambiente-galletti-ad-agenzie-ue-servono-metodi-inattaccabili-misurare-impegni-clima