Lupi: Galletti, “300 uccisi l'anno da bracconieri, Piano difende specie".

Ministro su provvedimento oggi in conferenza Stato- Regioni: "gestione del Lupo tocca a Regioni, io do l'inquadramento legislativo. Non voltarsi dall'altra parte, chi critica non ha letto testo o e' in malafede "

Roma, 2 feb. – “Capisco che il Piano per la conservazione del Lupo sia un po' lungo, ma  leggendo molte critiche dico 'delle due l'una': o non hanno letto il testo o sono in malafede”. Così il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, intervenuto sul quotidiano ‘La Stampa’ e su ‘Radio 24’ per spiegare le ragioni del piano per la Conservazione dei Lupi oggi in discussione politica in Conferenza Stato - Regioni.

“In Italia più di 1500 lupi - ha spiegato il ministro - e 250 -300 ogni anno vengono  bracconati. E secondo voi è aperta la caccia al lupo o la apro io? Se noi non interveniamo per diminuire la pressione sui territori, i bracconieri continueranno ad ammazzarli. Io di certo non mi giro dall'altra parte. In questo testo c'è un nucleo anti-bracconaggio con i carabinieri forestali e le polizie provinciali, cani anti veleni contro i bocconi avvelenati, altre azioni di prevenzione per gli allevatori per proteggersi ed evitare che il lupo mangi i capi di bestiame”. 

“Io ho il cuore in pace, non sono stato a guardare: se le Regioni si sfilano – ha precisato il ministro Galletti - e non vogliono approvare questo piano, non lo facciano. La gestione del Lupo tocca a loro, io sto dando solo l'inquadramento legislativo. Poi se vogliamo nasconderci dietro un dito e farsi fotografare col lupetto in mano, si faccia pure. Ho incontrato agricoltori e allevatori che hanno chiuso le aziende. Ci sono zone che sono veramente a rischio per le attività economiche a causa della pressione del lupo, ma questo vuol dire che dobbiamo salvarlo e non ammazzarlo, far vivere pacificamente il lupo con le attività economiche”. 

“Il Ministero ha fatto un lavoro molto serio, di 57 pagine, redatto con l'Istituto per la protezione animale e con l'Unione zoologica italiana. Vi hanno collaborato 69 esperti e 11 associazioni, da Coldiretti a Legambiente, da Federparchi all'Enpa”. “Attraverso il piano – ha continuato Galletti - il Ministero ha offerto una fotografia della realtà e una traccia di lavoro scientifico. Una seria gestione dei conflitti territoriali a volte acuti con allevatori e comunità locali. Complessivamente parliamo di 22 misure di tutela. Solo l'ultima contempla una deroga, del tutto «eccezionale»- così dice il testo - al divieto di «rimozione» di lupi dall'ambiente naturale». Questa deroga - di stampo europeo - sarebbe attivabile solo su richiesta, regione per regione, e in compresenza di ben sette condizioni. La principale, ma che da sola non basta, è che «non esista altra soluzione valida per mitigare gli specifici conflitti sociali ed economici originati dal fenomeno. Solo in questo malaugurato casol'iter potrebbe esser avviato”.

“A questo punto la Regione interessata dovrebbe chiedere un parere all'Ispra. Parere soggetto a ulteriori 8 criteri, certo non vincolanti ma formalmente non eludibili. Quindi una volta che siano state fatte tutte le prescrizioni, come le recinzioni e le varie attività previste tra cui gli indennizzi, alla fine la Regione può chiedere al mio ministero di intervenire per prelevare dei capi in misura limitatissima e solo dopo che ho acquisito il parere dell'Ispra sul singolo caso. E' difficilissimo arrivarci”. 

«Il lupo è l'animale simbolo della libertà - ha concluso il ministro Galletti - e anch'io lo vedo così. Per questo il piano lo protegge, sottraendo spazi territoriali e ragioni emotive al bracconaggio”.


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