Galletti: dai lavori verdi la spinta decisiva per la crescita

Incontro informale congiunto dei Ministri dell’Ambiente e del Lavoro
17 Luglio 2014
Sessione Plenaria:  Crescita verde e Lavoro

APERTURA LAVORI MINISTRO DELL'AMBIENTE GIAN LUCA GALLETTI

Buongiorno a tutti,

assieme al collega e amico Giuliano Poletti abbiamo fortemente voluto questo incontro, che rappresenta un fatto inedito nel contesto europeo.

L’importanza del tema che trattiamo, crescita verde e lavoro, merita di mettere attorno a un tavolo tutti i ministri dell’Ambiente e del Lavoro europei, la Commissione Europea, le organizzazioni internazionali e i rappresentanti della società civile.

L’Europa assume la piena consapevolezza che l’Ambiente è e può essere sempre più un volano di occupazione e di crescita economica. Una consapevolezza che oggi acquisisce ancora maggior rilievo.

Bisogna essere protagonisti della rivoluzione culturale e politica che pone l’ambiente come fattore decisivo di sviluppo.

Ringrazio i Commissari europei Laszlo Andor e Janez Potocnik, il Direttore  Generale dell’ILO Guy Ryder ed il Direttore Ambiente dell’OCSE, Simon Upton, per essere con noi a Milano per portare il loro contributo a questo dibattito.

Ringrazio i rappresentanti della società civile per aver accolto il nostro invito a partecipare a questo confronto. E grazie ovviamente anche a tutti i ministri intervenuti.

Colgo l’occasione anche per congratularmi con l’onorevole Giovanni La Via, neo preszidente della commissione Ambiente, Salute e sicurezza Alimentare del Parlamento Europeo: credo che con lui faremo un ottimo lavoro.

Durante la giornata di ieri, con i Ministri dell’Ambiente, abbiamo avuto una discussione proficua e stimolante affrontando gli aspetti di greening del Semestre europeo nel contesto del dibattito in corso sulla revisione della Strategia Europa 2020.

Credo che siano emersi importanti spunti di riflessione e soprattutto indirizzi politici comuni su cui continuare a lavorare. Uno di questi è senza dubbio che la crescita economica e occupazionale è la scelta essenziale se si vuole imboccare saldamente la via della ripresa economica, ma anche se si vuole restituire ai cittadini dell’Unione Europea fiducia nelle istituzioni e, più in generale, nella politica. Occorre mettere in campo una serie di strumenti economici e politici
utili ad elaborare strategie di intervento che consentano di massimizzare i benefici della transizione verso un’economia verde attraverso la creazione di nuovi posti di lavoro e in grado di favorire, in particolare, l’occupazione giovanile.

La crisi economica globale che ha caratterizzato gli ultimi anni ci ha obbligato a ripensare il nostro sistema economico e a individuare nuove opportunità di mercato che vadano oltre il cosiddetto business as usual.

La sfida che ci troviamo di fronte è quella di capovolgere la tradizionale visione del rapporto fra politiche economiche ed ambiente e creare prospettive di crescita che rinnovino la speranza delle generazioni future. Non più costi per rimediare ai danni ambientali causati dalle scelte economiche, ma vantaggi economici, occupazionali, oltre che ambientali, che discendono da azioni politiche strategiche orientate alla valorizzazione delle risorse naturali e al recupero dei materiali. In questo contesto, è importante continuare sulla strada già intrapresa da molti di noi, volta ad  assegnare un valore economico al capitale naturale, e procedere verso una più accurata misurazione del benessere sociale, economico ed ambientale, che vada oltre gli indicatori che oggi misurano il  PIL.

A questo proposito, un modello di economia circolare basato sull’efficienza dell’uso delle risorse e sull’inserimento continuo nei cicli produttivi dei rifiuti come fonte di materia da riutilizzare, rappresenta la strada per migliorare la competitività, creare nuove opportunità di business e posti di lavoro e ridurre l’impatto ambientale della produzione e del consumo.

Il nostro impegno nei prossimi sei mesi sarà proprio in questa direzione: spingere al massimo sull’acceleratore per trasformare l’economia europea in un’economia verde e per costruire attorno a questo cambiamento di visione, di cultura politica ed economica, una nuova poderosa spinta per creare nuova occupazione.

La Comunicazione della Commissione Europea sui green jobs, pubblicata il 2 luglio scorso, conferma che fra il 2002 e il 2011 sono stati creati in Europa circa 4 milioni di “lavori verdi”  e, di questi, circa un milione è stato creato fra il 2007 e il 2011, negli anni più duri della crisi economica.

Le potenzialità occupazionali offerte dall’economia verde sono indiscutibili e il dato per noi più significativo contenuto nella Comunicazione è che con l’aumento della produttività delle risorse in Europa potrebbero essere creati più di 20 milioni di posti di lavoro fino al 2030. Ma per cogliere queste opportunità è necessario confrontarci su quali sono le politiche congiunte e convergenti che, insieme, dobbiamo mettere in campo e realizzare. Non solo. Abbiamo anche l’assoluta necessità di misurare i progressi di queste politiche e quindi di dati statistici e metodologie scientificamente solide ed efficaci. Gli approfondimenti che avranno luogo nelle Tavole rotonde
ci aiuteranno a procedere in questa direzione.

Cari colleghi, i temi dell’ambiente e del lavoro, su cui oggi siamo chiamati a confrontarci, sono di estrema importanza per il futuro dell’Europa, che deve crescere e rinnovarsi per il bene delle generazioni future. Sono proprio i giovani i primi destinatari di queste politiche, che coniugano sostenibilità ambientale, occupazione e crescita.

Questa giornata avvia un confronto, che mi auguro sarà costruttivo, efficace e foriero di preziosi spunti di lavoro e obiettivi comuni. Dobbiamo intraprendere azioni concrete per cogliere le opportunità offerte dal processo di greening, della crescita e dello sviluppo a sostegno della lotta contro la disoccupazione. 

Non lasciamoci sfuggire questa occasione!
 


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