Doha, Clini: "E' necessario accordarsi entro il 2015"

L’intervento del ministro Clini alla Conferenza di Doha

 
Signor Presidente, Ministri, signore e signori,
il 2012 è stato un anno di transizione molto importante, infatti:
 

- si completa la prima parte dell’impegno sul protocollo di Kyoto
- l’attuale serie di negoziazioni in KP e LCA sono state accettate e saranno concluse
- è iniziata una nuova serie di negoziati per il futuro regime.

 
Sfortunatamente il 2012 ci ha dato anche una chiara dimostrazione di quanto i cambiamenti climatici possano essere pericolosi e problematici sia per i paesi sviluppati che per quelli in via di sviluppo.
 
Eventi recenti hanno ampiamente confermato che le azioni di mitigazione  da intraprendere solo dopo il 2020, non saranno sufficienti a gestire i rischi dei cambiamenti climatici e che, per raggiungere l’obbiettivo della Conventione in modo economicamente efficace, sono essenziali importanti sforzi prima del 2020.
 
L’anno scorso la conferenza di Durban ha prodotto un insieme equilibrato di regole che aveva tutti gli elementi per assicurare solide basi al percorso per raggiungere un regime sui cambiamenti climatici che sia globale onesto, bilanciato e credibile, capace di mettere il mondo sulla strada delle basse emissioni.
 
Il nostro compito qui, è di non perdere le opportunità ottenute con l’accordo di Durban, costruire su tali basi, e prendere incisive decisioni per aumentare, a breve termine, le ambizioni di mitigazione e raggiungere un accordo entro il 2015.
 
La finalizzazione e l’adozione di un secondo periodo di impegno per il procollo di Kyoto deve essere considerato una transizione verso la cornice di un’intesa applicabile a tutti, e quindi non puo’ essere solo l’esito di Doha ma dev’essere arricchito anche da altri risultati.
 
In particolare c’è bisogno di aumentare a breve termine le ambizioni di mitigazione: le parti che non parteciperanno al secondo periodo di impegno del protocollo di Kyoto dovranno dare il loro contributo allo sforzo comune per aumentare il livello delle ambizioni prima del 2020 e impegnarsi a mettere in atto azioni concrete.
 
L’Italia, come membro dell’UE, si impegna ad accettare la seconda fase del protocollo di Kyoto, ma è fermamente convinta che una prospettiva a lungo termine è necessaria per fronteggiare effettivamente la situazione climatica globale e promuovere lo sviluppo sostenibile, contribuendo
all’eliminazione della povertà.
 
Per questo l’Italia sta promuovendo un economia “low carbon”. Fonti rinnovabili,  politiche di efficienza energetica e incentivi sono le chiavi per raggiungere tale obiettivo.
Incentivi annuali di 6,7 miliardi di euro sugli impianti fotovoltaici e di 5,8 miliari sulle energie rinnovabili, hanno permesso all’Italia di essere, nel 2011, il primo paese al mondo per i nuovi impianti  di energia rinnovabile e il secondo per le istallazioni totali.
 
D’altro canto la mitigazione non è l’unico obiettivo sulla nostra agenda, ma ha un ruolo di primo piano anche l’adattamento. Infatti l’Italia sta sviluppando la sua strategia di adattamento per aumentare la capacita’ del territorio di resistere ai cambiamenti climatici e ridurre i rischi ad essi dovuti.
La strategia include anche finanziamenti di 2,5 miliardi di euro l’anno, per i prossimi 15 anni, che verranno utilizzati per le situazioni più urgenti.
 
Una struttura chiara, stabile e internazionale è necessaria per evitare la frammentazione delle azioni individuali. Per questo motivo qui a Doha dobbiamo anche stabilire un percorso che ci porti a un accordo entro il 2015.
 
Fino ad ora ci sono state molte discussioni su come raggiungere quest’accordo. E’ ora di riunire i punti chiave di questi dibattito in un piano di lavoro che ci permetta di raggiungere un nuovo Protocollo entro il 2015.
 
Accogliamo con piacere gli sforzi messi in atto fino ad ora dall’economie emergenti; abbiamo ancora bisogno di impegnarci sul piano globale.
 
In uno scenario economico impegnativo come quello attuale, la certezza di un Protocollo vincolante per tutti e capace di catturare assecondare le realtà in evoluzione, può darci gli strumenti per rinforzare e ingrandire la cooperazione per la riduzione di emissioni e per accelerare il globale passaggio verso una economia green.
 
Siamo Pronti a fare la nostra parte e siamo sicuri che qui a Doha si possa compiere un altro passo contro la lotta al cambiamento climatico globale.
 

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