Obiettivi e risultati
La Global Bioenergy Partnership (GBEP) - La GBEP costituisce un forum che promuove la cooperazione volontaria attraverso il consenso tra governi, organizzazioni internazionali, organizzazioni non governative e altri partner al fine di condividere e definire politiche efficienti relative allo sviluppo sostenibile di biomassa e bioenergia. Attraverso il Ministero, l’Italia co-presiede, insieme al Brasile, il partenariato della GBEP, composto da 23 stati e 14 organizzazioni internazionali come partner, nonché da altri 27 stati e 12 organizzazioni internazionali come osservatori. Tra i principali risultati raggiunti, in ambito GBEP, lo sviluppo di indicatori di sostenibilità delle bioenergie che, se misurati nei Paesi sviluppati e/o in via di sviluppo, sono in grado di dare un’idea della sostenibilità della produzione e uso correnti di bioenergia, fornendo così linee guida ai policy makers per il miglioramento delle politiche di sostenibilità delle bioenergie nel proprio Paese. Per maggiori informazioni si veda la scheda informativa e la brochure sulla Global Bioenergy Partnership.
L’Alleanza globale dedicata alla Climate Smart Agricolture (GACSA) - La Climate-Smart Agriculture (CSA) è un approccio promosso dalla FAO a partire dal 2010, per creare condizioni tecniche, politiche e investimenti favorevoli ad uno sviluppo agricolo sostenibile che faccia fronte ai problemi connessi ai cambiamenti climatici e garantisca, al contempo, la sicurezza alimentare. La CSA punta su un’integrazione delle tre dimensioni dello sviluppo sostenibile (economica, sociale e ambientale) e prevede un coordinamento tra i settori strettamente connessi all’agricoltura (allevamento, pratiche agricole e forestali, pesca) e i settori dell’energia e dell’acqua.
A partire dalla firma del Protocollo nel 2014, il MATTM ha sostenuto la creazione della GACSA (Global Alliance on Climate Smart Agricolture) e il suo allargamento (i membri GACSA sono 236, di cui 23 Stati oltre a centri di ricerca e università, organizzazioni internazionali e non governative, banche di sviluppo, associazioni di agricoltori nazionali ed internazionali e reti di stakeholders) e ha offerto sostegno agli organi dell’Alleanza: in particolare alla Facilitation Unit (che svolge la funzione di Segretariato) e al Knowledge Action Group (il gruppo che ha il compito di promuovere conoscenza, ricerca e sviluppo di buone pratiche sulla CSA). In questo contesto, per esempio, è stata realizzata una prima analisi delle buone pratiche di climate-smart agriculture. Nel quadro dell’accordo, il Ministero e la FAO hanno, inoltre, condotto studi di pre-fattibilità in Botswana, Ecuador ed Etiopia, con l’obiettivo di analizzare e sostenere l’applicazione “sul campo” dell’approccio della CSA:
• In Botswana sono state identificate linee guida per promuovere la produttività di quattro filiere alimentari, nel settore e agricolo e zootecnico (carne bovina, cereali, prodotti ortofrutticoli e legumi), attraverso una migliore integrazione tra pratiche indigene e approccio CSA.
• In Ecuador, lo studio di fattibilità si è concentrato sulle opportunità di promozione della coltivazione sostenibile del cacao attraverso strategie agroforestali legate alla protezione della biodiversità, alla riduzione delle emissioni, al supporto all'economia locale e alle possibili partnership con aziende internazionali.
• In Etiopia, lo studio ha identificato alcune azioni strategiche per migliorare la produttività agricola del grano duro, favorendone l’adattamento delle colture ai cambiamenti climatici e aumentando le opportunità di commercializzazione da parte dei piccoli proprietari terrieri.
Il Ministero è impegnato a promuovere l’approccio CSA nella collaborazione bilaterale con molti Paesi (specialmente nel continente africano), anche al fine di sostenerli nell’attuazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU 2030, oltre che dell’Accordo di Parigi sul Clima e dei relativi Piani Nazionali di riduzione delle emissioni. Gli studi di fattibilità e i futuri progetti pilota svolti in collaborazione con la FAO sono da considerarsi parte integrante di questa strategia.