L’inquinamento delle acque di origine agricola - La direttiva nitrati (91/676/CEE)

La Direttiva 91/676/CEE (cd. Direttiva Nitrati) ha come obiettivo la tutela delle acque superficiali e sotterranee dall'inquinamento da nitrati provenienti da fonti agricole (principalmente fertilizzanti ed effluenti zootecnici). La norma italiana di recepimento della Direttiva Nitrati è il Decreto Legislativo 3 aprile 2006 n. 152, articolo 92, e le Regioni italiane sono le Amministrazioni responsabili dell’attuazione degli obblighi della Direttiva Nitrati.

Allo scopo di proteggere le acque dall’inquinamento causato dai nitrati di origine agricola gli Stati Membri dell’UE sono tenuti ad attivare programmi di monitoraggio delle acque, con scadenze e tempistiche precise, su tutto il territorio nazionale. Sulla base dei dati di monitoraggio, ai sensi dell’articolo 3 della Direttiva Nitrati, gli Stati Membri devono designare le Zone Vulnerabili ai Nitrati (di seguito ZVN), corrispondenti alle porzioni di territorio che drenano verso le acque inquinate da nitrati o affette da eutrofizzazione o che potrebbero divenire inquinate, se non si interviene. Nelle ZVN devono essere definiti e attuati i Programmi d'Azione (di seguito PdA), ovvero una serie di misure che gli agricoltori sono obbligati ad adottare nella gestione aziendale allo scopo di migliorare lo stato di qualità delle acque.

Il Decreto Ministeriale 25 febbraio 2016, no. 5046Criteri e norme tecniche generali per la disciplina regionale dell’utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento e delle acque reflue, nonché per la produzione e l’utilizzazione agronomica del digestato” è la norma di riferimento per l’adozione dei Programmi d’azione. Tale Decreto rappresenta, con il Titolo V, il PdA nazionale, conforme alle prescrizioni della Direttiva Nitrati, a cui tutte le Regioni fanno riferimento nell’adozione dei propri PdA. Tale DM contiene ulteriori e altrettanto stringenti misure da attuare anche al di fuori delle ZVN, nelle c,d, Zone normali contribuendo a estendere la protezione delle acque su tutto il territorio nazionale Il DM 25 febbraio 2016 contiene, inoltre, prescrizioni aggiuntive attinenti all’utilizzazione agronomica, ad esempio, delle acque reflue delle piccole aziende agroalimentari a alla produzione e utilizzazione del digestato. Con specifico riferimento al digestato, si è inteso semplificare la disciplina del trattamento di talune specifiche tipologie di matrici organiche di origine agricola o agro-industriale sottoposte a digestione anaerobica rispetto all’ordinaria procedura vigente in materia di rifiuti, rendendo più agevoli le modalità di utilizzazione del prodotto derivante dalla digestione anaerobica.

Oltre a ciò, gli Stati Membri sono tenuti a redigere ed inviare alla CE, ogni 4 anni, una specifica Relazione sull’attuazione della Direttiva, in adempimento alle prescrizioni dell’Art 10 della Direttiva Nitrati, contenente i dati di monitoraggio delle acque del periodo di riferimento con identificazione delle acque inquinate da nitrati, le azioni intraprese per il riesame e l’eventuale revisione delle ZVN sulla base dei risultati di monitoraggio, le informazioni sull’applicazione dei Codici di Buona Pratica Agricola, le modifiche apportate dalle Regioni ai Programmi di Azione e le relative attività di controllo.

Sulla base delle relazioni trasmesse, la CE è tenuta a pubblicare ai sensi dell’Art. 11 della Direttiva Nitrati il “Report from the Commission to the Council and the European Parliament on the implementation of Council Directive 91/676/EEC concerning the protection of waters against pollution caused by nitrates from agricultural sources based on Member State reports”.

Tale “Report” costituisce la base conoscitiva per la verifica di conformità da parte della Commissione europea rispetto all’attuazione della direttiva nitrati sul territorio europeo.

La relazione quadriennale suddetta, nonché l’elaborazione dei dati trasmessi dalle Regioni, sono in capo all’ISPRA, con il coordinamento del MASE e del MASAF, quest’ultimo per quanto attiene ai dati che riguardano l’agricoltura.

Di seguito si riportano gli esiti della relazione nazionale in riferimento all’attuazione della Direttiva Nitrati per il quadriennio 2016/2019 (la relazione per il quadriennio 2020/2023 sarà pubblicata nel corso della seconda metà del 2024). Nel quadriennio in esame (2016-2019) l’Italia ha proseguito nella ridefinizione della rete di monitoraggio delle acque sotterranee e superficiali nell’ottica di ottimizzare l’implementazione della Direttiva Acque 2000/60/CE e delle direttive direttamente correlabili ad essa come la Direttiva Nitrati. La rete di monitoraggio ai sensi della Direttiva Nitrati presenta una densità di monitoraggio pari a 15,3 siti di campionamento su 1000 km2 per quanto riguarda le acque sotterranee e 9,2 siti di campionamento ogni 1000 km2 per le acque superficiali (la densità è stata calcolata dividendo il numero di siti di campionamento per la superficie totale del territorio italiano pari a 302.068,256 km2). Calcolando la densità in riferimento alla Superficie Agricola Utilizzata (127.770,4 km2), che rappresenta quella parte di superficie più direttamente suscettibile degli impatti derivanti dall’attività agricola, il dato si attesta a 36,1 stazioni per 1000 km2 per le acque sotterranee e 21,9 stazioni per 1000 km2 per le acque superficiali.

 

Stato di qualità delle ACQUE SOTTERRANEE

I risultati relativi alla distribuzione delle stazioni di monitoraggio nelle differenti classi di qualità (0-24,99 mg/l; 25-39,99 mg/l; 40-49,99 mg/l; ≥50 mg/l) della concentrazione di nitrati hanno evidenziato che il 68,1% delle stazioni presenta una concentrazione media di nitrati nel quadriennio inferiori a 25 mg/l, tale concentrazione è ritenuta come campanello di allarme in termini di contaminazione da nitrati. Solo il 12,6% dei punti monitorati ha registrato una concentrazione media superiore o pari ai 50 mg/l di nitrati. Con riferimento ai valori massimi, si conferma la netta prevalenza delle stazioni con concentrazioni inferiori a 25 mg/l (58,4%) rispetto a quelle con valori uguali o superiori a 50 mg/l (19,4%). Dall’analisi dei trend tra il quadriennio precedente (2012-2015) e quello in corso (2016-2019), è stata riscontrata una diminuzione della concentrazione media di nitrati nel 37,9% delle 3431 stazioni comuni tra i due quadrienni, a fronte di un aumento registrato solo nel 22,7% delle medesime stazioni. Prevale su tutti un andamento stabile (39,4% delle stazioni). In generale quindi, è possibile asserire che la maggior parte degli acquiferi monitorati sia caratterizzata da una situazione stazionaria o in miglioramento per quanto concerne la contaminazione da nitrati.

 

Stato di qualità delle ACQUE SUPERFICIALI

L’analisi della distribuzione delle stazioni in base alle classi di qualità ha mostrato che il 96,6% delle stazioni è caratterizzato da una concentrazione media di nitrato nel quadriennio inferiore a 25 mg/l, mentre solo lo 0,6% raggiunge o supera i 50 mg/l. La netta prevalenza delle stazioni con concentrazioni inferiori a 25 mg/l si conferma anche in riferimento al valore medio invernale e al valore massimo (rispettivamente pari al 95,3% e all’85% del totale delle stazioni). Dall’analisi dei trend tra il quadriennio precedente (2012-2015) e quello in corso (2016-2019), è stata riscontrata una diminuzione della concentrazione media di nitrati nel 25,7% delle stazioni comuni tra i due quadrienni, a fronte di un aumento registrato nel 21,4% delle medesime stazioni. Prevale su tutti un andamento stabile (52,9% delle stazioni). Anche con riferimento al valore di concentrazione media invernale, a prevalere, di gran lunga, risultano le stazioni con andamento stabile tra i due quadrienni (62,9%), mentre quelle in diminuzione e in aumento si attestano rispettivamente al 20% e al 17,1%. La classificazione dello stato trofico è stata ottenuta in linea con le novità introdotte nelle linee guida della Commissione europea per il reporting ai sensi della direttiva nitrati (edizione 2020). Sulla base dell’applicazione dei metodi le stazioni non eutrofiche sono 1813, pari al 65,8% del totale. La percentuale di stazioni non eutrofiche si diversifica a seconda della categoria di corpo idrico, passando dal 41,9% dei laghi al 70,6% delle acque di transizione, costiere e marine. Per i fiumi le stazioni non eutrofiche rappresentano il 66,4% del totale. Le stazioni per le quali si segnalano fenomeni eutrofici (classificate come “Eutrophic”) sono 607, pari al 22% del totale, mentre quelle che potrebbero diventare eutrofiche, in assenza di interventi ai sensi della direttiva 91/676/CEE, sono 337, pari al 12,2% del totale. Nel complesso si rileva, pertanto, una netta prevalenza delle stazioni non eutrofiche rispetto alle altre due classi di trofia.

Per quanto riguarda la designazione delle zone vulnerabili ai nitrati la superficie totale designata è di circa 46.035 Kmq e corrisponde al 14% circa del territorio nazionale (quadriennio 2016/2019). Tutte le regioni che hanno designato, all’interno dei loro territori, zone vulnerabili ai nitrati (18 regioni con l’esclusione della regione Valle D’Aosta e delle provincie autonome di Trento e Bolzano) hanno provveduto ad adottare, attuare e, ultimamente, riesaminare i programmi d’azione, introducendo nuove misure e/o rafforzando misure precedentemente presenti. I dati disponibili relativi agli esiti dei controlli sulla conformità nell’attuazione ed applicazione delle misure dei programmi d’azione, sebbene parziali (non si dispone delle informazioni relative a tutte le regioni), riportano valori di conformità molto elevati per le singole misure, in genere compresi tra il 90% e il 100%.

Segnatamente, nei Piani di gestione dei Distretti italiani sono ricomprese le misure di base, tra le quali, le misure dei piani d’azione applicati in ZVN.

 

Per approfondimenti si vedano i documenti e le informazioni della specifica sezione del SINTAI di ISPRA dedicata all’attuazione nazionale della direttiva nitrati: https://www.sintai.isprambiente.it/public/nit/home.xhtml?faces-redirect=true

 

 


Source URL: https://www.mase.gov.it/pagina/linquinamento-delle-acque-di-origine-agricola-la-direttiva-nitrati-91676cee