Rafforzare la resilienza degli insediamenti e delle infrastrutture in America Centrale e nei Caraibi

L’incontro, organizzato dal United Nation Human Settlement Program (UN-Habitat) insieme alla University of Southern Denmark (SDU), si è incentrato sulle sfide e le opportunità volte a rafforzare la resilienza delle infrastrutture e degli insediamenti. Un’attenzione particolare, inoltre, è stata rivolta all’adattamento al cambiamento climatico nel settore dell’istruzione, vista anche la rilevante importanza dell’educazione per lo sviluppo, la centralità delle scuole come luoghi di apprendimento e crescita e anche il loro frequente uso come rifugi di emergenza durante i disastri climatici.

Sono state presentate e discusse diverse iniziative tutte rivolte a migliorare la resilienza degli insediamenti e delle infrastrutture nei Piccoli stati insulari in via di sviluppo.

Federica Pannacciuli, ENEA, ha parlato del progetto ECOATLAS, finalizzato a migliorare gli ecosistemi delle coste a Cuba e la produzione di energia elettrica dal mare ricorrendo alle tecnologie più recenti.

UN-Habitat ha presentato gli ultimi aggiornamenti sugli sforzi in atto ad Antigua & Barbuda, Saint Lucia e Dominica per incrementare la resilienza delle scuole.

L’Honduras, rappresentato dal viceministro per le foreste, Francisco Escalante, ha illustrato le attività per integrare la ricostruzione post-disastri, la riduzione dei rischi e lo sviluppo sostenibile delle comunità.

Josette Edward-Charlemagne, Organisation of Eastern Caribbean States, ha presentato le ultime iniziative politiche regionali mirate ad armonizzare e migliorare gli standard delle infrastrutture resilienti nella regione.

Il professore Nicola Tollin, UNESCO, Chair on Urban Resilience at the University of Southern Denmark (SDU), ha presentato una recente ricerca sulla resilienza urbana che ha messo in evidenza i gap conoscitivi, gli ostacoli e le opportunità per la sua messa in pratica, le azioni di capacity building di cui necessitano i professionisti, i policy makers e i ricercatori.

Federico Villatico Campbell, Climate Technology Centre and Network (CTCN) ha illustrato le capacità del CTCN nelle tecnologie utili nell’ambito della risposta ai cambiamenti climatici, in grado di apportare benefici concreti agli interventi di adattamento rivolti ai paesi dei Caraibi.

Tra i punti emersi dalla discussione, si segnalano i seguenti.

  1. Le scuole costituiscono una priorità perché sono il luogo dove integrare azioni di resilienza ad alto impatto, collegando le componenti strutturali con l’efficienza energetica e idrica e migliorando le loro capacità sia come rifugio di emergenza sia come centro di capacity building a lungo termine.
  2. E’ necessario considerare l’impatto della non azione, la comprensione delle perdite e dei danni e conoscere meglio i vantaggi delle azioni preventive sistemiche invece di quelle post disastri.
  3. Per quanto riguarda il sostegno e gli investimenti nazionali e internazionali, un impatto maggiore si otterrà mettendo insieme adattamento e mitigazione.
  4. Forme rafforzate di collaborazione e parternship sono necessarie per reagire alla ridotta capacità umana, finanziaria e istituzionale e per integrare le azioni utili a una transizione resiliente e a un futuro compatibile con il cambiamento climatico.
  5. L’importanza di integrare i servizi eco-sistemici e naturali nelle politiche di adattamento e mitigazione, che sono in grado di generare altri impatti positivi per esempio per la salute, la disponibilità di cibo e in generale la qualità della vita negli insediamenti umani.

L’incontro è stato moderato da Kasia Wieszczeczynska, Research Assistant, University of Southern Denmark (SDU).

 

 


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