World Environment Day, Galletti: “Parigi ultima chiamata per il Pianeta”

Il discorso pronunciato dal Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti a Milano in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Signor Presidente della Repubblica, Autorità, Signore e signori ospiti,
è un grande onore per me celebrare qui a Milano la giornata mondiale dell’ambiente, alla presenza del Capo dello Stato e nella cornice dell’EXPO che con il suo tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, ha posto l’ambiente e lo sviluppo sostenibile al centro del più grande evento espositivo mondiale.

Siamo orgogliosi e onorati che l’Agenzia delle Nazioni Unite per l’Ambiente, l’UNEP, abbia scelto di celebrare oggi qui ad EXPO la Giornata Mondiale per l’Ambiente, che fra poche ore apriremo, assieme al direttore esecutivo del Programma Achim Steiner. Una giornata che apre un semestre strategico per la sfida ambientale globale.

Lo slogan della giornata dell’ambiente di quest’anno, “Sette miliardi di sogni. Un pianeta. Consumare con cura”, ci richiama alla nostra responsabilità globale e individuale.

Oggi da Milano e dall’Italia viene rilanciato con forza e convinzione l’impegno internazionale per tutelare le risorse naturali per una umanità che chiede cibo, sviluppo, equità sociale e che è sempre più numerosa. Oggi siamo sette miliardi e saremo nove fra un paio di decenni.

Le risorse della Terra non sono infinite, le abbiamo consumate, soprattutto negli ultimi due secoli, con un ritmo molto superiore alla capacità naturale di rigenerazione. Oggi tutelarle è un imperativo per tutti i governi se vogliamo consentire all’umanità di avere un futuro.

Ma è un imperativo che riguarda anche ciascuno di noi, la nostra coscienza, i nostri stili di vita.

Lo spreco di cibo ad esempio, il cibo che serve per “nutrire il pianeta”, è uno dei fenomeni che deve interrogare soprattutto noi che abbiamo la fortuna di vivere nella parte più ricca del pianeta.

Un miliardo e 300 milioni di tonnellate di alimenti vengono gettate via ogni anno nel mondo, in questo nostro mondo che conta quasi un miliardo di persone con problemi di denutrizione.

Non sprecare cibo è un impegno etico, a cui ci ha richiamato anche il Sommo Pontefice nel suo messaggio all’Expo, ricordando il "paradosso dell'abbondanza”, citato da Giovanni Paolo II nel 1992 intervenendo alla FAO: “c’è cibo per tutti, ma non tutti possono mangiare”. Un paradosso che "persiste ancora malgrado gli sforzi fatti e alcuni risultati raggiunti".

Non sprecare cibo vuol dire affermare la sostenibilità sociale, morale ma anche ambientale perché significa non sprecare territorio, acqua, materie prime

Sostenibilità anche come scelta strategica nell’economia, quell’economia circolare in cui nulla diventa scarto, tutto si recupera e si reimmette nel processo produttivo, innescando crescita, nuova occupazione duratura, innescando nuove professionalità e nuove imprenditorialità che saldano evoluzione tecnologica e tutela ambientale e diventano terreno privilegiato del lavoro delle giovani generazioni.

Da qui a fine anno infatti la comunità internazionale sarà chiamata ad un impegno speciale e decisivo per raggiungere, nella Conferenza Onu di Parigi a dicembre, l’obiettivo dell’accordo globale sui cambiamenti climatici: uno spartiacque culturale e politico che misurerà l’impegno di tutti i paesi del mondo nel preservare le condizioni di vivibilità del pianeta per il genere umano.

L’Europa e l’Italia sono in prima linea in questa sfida.

Un fallimento non è ammesso. Parigi è l’ultima chiamata.

Parigi è la linea di confine fra responsabilità e irresponsabilità, fra sterili egoismi nazionali e senso del bene comune.

Perché preservare l’ambiente è preservare la vita nostra e delle future generazioni.

Ce lo chiede il pianeta, ce lo chiedono sette miliardi di cittadini della Terra.

 

 


Ultimo aggiornamento 11.06.2015