Prestigiacomo: «Disgustose le polemiche politiche sulle tragedie»

«Per il dissesto idrogeologico per la prima volta stanziati fondi rilevanti e finalmente avviato un serio programma di prevenzione»

 

E’ veramente disgustoso che su tragedie che sono costate la perdita di vite umane si inneschi una polemica politica su ciò che il governo ha fatto o non ha fatto sul dissesto idrogeologico. Polemica innescata con dichiarazioni retoriche, spacciando carte false per vere e seminando numeri a caso. Non c’è bisogno che arrivi l’onorevole o lo studioso di turno per rivelare che oltre l’80 per cento dei comuni italiani è a rischio, che per mettere in sicurezza le situazioni più pericolose sarebbero necessari almeno 10 miliardi e per un intervento complessivo di miliardi ce ne vorrebbero 40.

Sono dati del Ministero dell’Ambiente, ampiamente noti e che stanno alla base delle nostre iniziative in questo campo. La situazione del nostro paese è drammatica e l’intensificarsi negli ultimi anni di fenomeni temporaleschi estremi, le cosiddette “bombe d’acqua”, peggiora sensibilmente la situazione, aprendo nuovi fronti di pericolo o creando dissesti laddove non erano previsti. E’ anzi prevedibile che altri drammatici episodi di verifichino nei prossimi mesi e nei prossimi anni. A fronte di questa realtà il Governo ha fatto ciò che era doveroso fare. Ha fatto ciò che non era mai stato fatto in passato, pur essendo la situazione del dissesto idrogeologico italiano nota da tempo. Da almeno 10 anni si andava avanti con interventi polverizzati; circa 250 milioni l’anno venivano distribuiti sulla base di richieste di singoli comuni, senza controllo successivo sulla spesa, senza verifica di armonizzazione con gli interventi finanziati dalle Regioni, senza, soprattutto, progetti organici per le più rilevanti aree di crisi che hanno dimensioni sovra comunali e a volte anche sovra regionali.

Il Governo ha fatto ciò che era giusto fare. Ha posto fine al regime della parcellizzazione degli interventi. Ha predisposto uno stanziamento straordinario di un miliardo di euro che sommati alle risorse per l’anno in corso sono diventati un miliardo e 300 milioni di euro, da raddoppiare con gli stanziamenti delle regioni. Con un budget di oltre 2 miliardi e mezzo di euro si può cominciare a fare prevenzione in modo serio, intervenendo sulle aree più a rischio attraverso accordi di programma con le regioni, stilando scalette di priorità assieme alla protezione civile nazionale e regionale, alle autorità di bacino e agli enti locali. E’ quello che stiamo facendo. Abbiamo già firmato 5 accordi con Abruzzo, Lazio, Liguria, Sicilia e Umbria. A giorni saranno siglati gli accordi con Campania, Emilia Romagna, Lombardia, Sardegna e Toscana per un impegno complessivo di 1 miliardo e 345 milioni di euro, di cui 679 milioni di euro statali e 666 regionali.

Entro la fine dell’anno saranno definiti gli accordi di programma con tutte le altre regioni e si procederà alla realizzazione degli interventi con procedure semplificate e urgenti. Naturalmente si tratta solo di una prima tranche di finanziamenti, altri ne serviranno in seguito per continuare negli interventi. Ma è stato individuato un metodo serio per fare finalmente prevenzione. Questo probabilmente non eviterà tutte le tragedie possibili, ma quelle prevedibili almeno sì, e non da domani ma nel tempo. Stiamo lavorando seriamente e contro il tempo, per evitare altri danni al territorio ed altri lutti.


Ultimo aggiornamento 13.08.2013