Informativa del ministro Gian Luca Galletti

Problematiche connesse all’alluvione occorsa a Genova tra il 9 e 10 ottobre 2014
Signor Presidente, Onorevoli Colleghi, colgo l’occasione per manifestare, innanzitutto, il cordoglio mio personale e dell’intero Governo per tutte le vittime del maltempo che continua a imperversare ancora sulla nostra penisola. Il nostro pensiero va anche a tutti coloro che vivono il dramma derivante dai danni ingenti occorsi durante il nubifragio, danni alle strutture abitative, commerciali e industriali.

La problematica del dissesto idrogeologico, connessa - come è noto - a quella dei cambiamenti climatici, riveste particolare delicatezza, perché dalla risoluzione di essa dipende il futuro del nostro paese e la stessa sicurezza in termini di qualità di vita, dei cittadini italiani.

E’ noto che la notte tra il 9 e 10 ottobre scorso, una pioggia ininterrotta ha investito le regioni settentrionali, tra cui la Liguria e, in particolare, la città di Genova.

Cercherò di dettagliare l’accaduto sulla base delle informazioni acquisite dalla locale Prefettura, dalla Regione Liguria e dalla competente ARPA.

Il Dipartimento della protezione civile, attraverso il Centro Funzionale Centrale, svolge un ruolo di indirizzo e coordinamento generale della rete dei Centri Funzionali Regionali e può sostituire nei compiti e nelle funzioni i Centri funzionali decentrati non attivi, su richiesta delle Regioni interessate.

La Regione Liguria dispone di un Centro funzionale decentrato attivo che svolge attività operative di previsione, monitoraggio e sorveglianza. Esso è gestito dall’ Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Liguria, ai sensi della L.R. n. 20/2006, ed è dipendente funzionalmente dalla struttura regionale competente in materia di protezione civile.

La Regione ha quindi piena responsabilità dell’attività di allertamento, nella emissione sia degli avvisi meteo che degli avvisi di criticità idrogeologica e idraulica per quanto riferito al territorio regionale.

I FATTI

Far conoscere quali siano state le procedure di allerta messe in atto nei confronti della popolazione colpita dall’alluvione;

In base alla procedura regionale sopra descritta, il Centro Funzionale Meteo Idrogeologico di Protezione Civile ha emesso e pubblicato, il giorno 8 ottobre 2014 alle ore 10.24, un Avviso Meteorologico con decorrenza a partire dal giorno successivo per “ELEVATA PROBABILITA’ DI TEMPORALI FORTI ORGANIZZATI IN STRUTTURE TEMPORALESCHE ESTESE E DIFFUSE e conseguenti EFFETTI AL SUOLO DIFFUSI”.

Lo scenario d’evento con i relativi possibili effetti e danni, riportato nel testo dell’ Avviso Meteorologico Regionale, associato ad una Criticità Ordinaria (codice giallo) prevedeva “allagamenti ad opera di piccoli canali bacini con possibili piene improvvise di piccoli rii; fenomeni di rigurgito del sistema di smaltimento delle acque piovane con coinvolgimento delle aree urbane più depresse. Possibili allagamenti e danni ai locali interrati, provvisoria interruzione alla viabilità, specie nelle zone più depresse, scorrimento superficiale nelle sedi stradali urbane ed extraurbane. Eventuale innesco di locali smottamenti superficiali dei versanti. Possibili disagi alla viabilità e danni localizzati a strutture provvisorie e vegetazione per locali forti colpi di vento, trombe d’aria, grandine e fulmine. OCCASIONALE PERICOLOSITA’ per l’incolumità delle persone e beni”. Altri due Avvisi Meteorologici Regionali, sempre per la medesima fenomenologia, sono stati emessi dal Centro Funzionale Meteo Idrogeologico di Protezione Civile in data 9 e 10 ottobre 2014.

Il Centro Funzionale Centrale  del Dipartimento della Protezione Civile, preso atto dell’Avviso della Regione Liguria dell’ 8 ottobre 2014, ha emesso, nella medesima giornata, un Avviso di condizioni meteorologiche avverse Nazionale a partire dalla serata dell’ 8 ottobre e per le successive 24 – 36 ore, prevedendo sulla Liguria, “precipitazioni a prevalente carattere di rovescio o temporale. I fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica e forti raffiche di vento”. Il suddetto Avviso è stato rinnovato, sempre per la regione Liguria, dal pomeriggio/sera del 10 ottobre e per le successive 24 ore, prevedendo sulla Liguria, “precipitazioni a prevalente carattere di rovescio o temporale. I fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica e forti raffiche di vento”.

Dal punto di vista della criticità idrogeologica/idraulica, il Centro Funzionale Meteo Idrogeologico di Protezione Civile, ha valutato, l’8 ottobre, uno scenario di criticità ordinaria per la giornata successiva nelle zona d’allerta centro-orientali della regione e quindi anche per il territorio del comune di Genova. Tali valutazioni idrogeologiche/idrauliche sono state trasmesse al Centro Funzionale Centrale (CFC) del Dipartimento della Protezione Civile che, ai sensi della Direttiva del Presidente del Consiglio del 27 febbraio 2004 e s.m.i., le ha recepite e pubblicate sul Bollettino di Criticità Nazionale.

Nella serata del 9 ottobre 2014 (in particolare dalle ore 20:00 alle ore 24:00) sono state registrate precipitazioni particolarmente intense ma molto localizzate, che per le caratteristiche temporali e spaziali risultano ad oggi non prevedibili attraverso i modelli meteorologici disponibili. In particolare, si evidenzia che la massima cumulata oraria è stata registrata a Genova e che ha superato 130 mm (stazione di rilevamento di  Genova Geirato, con 135 mm/ora).

Le suddette precipitazioni hanno provocato il rapidissimo innalzamento di tutti i corsi d’acqua della provincia di Genova, causandone l’esondazione in più punti nella medesima serata. Gli incrementi più significativi e repentini si sono registrati sul Bisagno, che in circa due ore, dalle 22.00 alle 24.00, ha registrato un incremento del livello idrometrico superiore ai 3,5 m, superando la massima soglia d’allerta pari a 4,2 m e raggiungendo la quota idrometrica di 5,6 m con la conseguente esondazione in area cittadina.

In generale, sulle 36 ore (dalle 00:00 del 09 ottobre 2014 alle ore 12:00 del 10 ottobre 2014), le cumulate massime registrate, sempre nella medesima località, hanno raggiunto i 543 mm. Inoltre quasi tutti i bacini padani e marittimi all’interno della provincia di Genova (Scrivia, Trebbia, Bisagno, Polcevera, parte occidentale dell’Entella) sono stati interessati da piogge areali dell’ordine di 150 – 200 mm che hanno provocato varie esondazioni.

Precisare i rapporti che sono intercorsi al riguardo tra la Protezione Civile Regionale e l’ARPA Liguria;

La Protezione Civile regionale garantisce la reperibilità nell’intero arco delle 24 ore per qualsiasi tipo di rischio. L'attivazione della Sala Operativa Regionale e dei diversi conseguenti livelli di attivazione (Volontariato locale, gestione reti radio, dislocamento sul territorio ecc.) è decisa sulla base dell'evento atteso (in caso di emissione di allerta) o per eventi in corso.

Le previsioni meteorologiche emesse nella giornata del 9 ottobre prevedevano un AVVISO per alta probabilità di temporali forti, organizzati e persistenti.

Pertanto, sulla base della procedura sopra evidenziata, il Settore Protezione Civile ed Emergenza ha iniziato a gestire la situazione in regime di reperibilità, provvedendo al monitoraggio strumentale delle precipitazioni in collegamento con i reperibili idrologi e meteorologi del Centro Funzionale.

L'ultimo aggiornamento del Centro Funzionale precedente l'evento, emesso alle ore 18:10 e pubblicato sul sito Arpa Liguria, comunicava "…sistema perturbato che interessa la Liguria da oltre 24 ore sta iniziando a dare segnali di graduale indebolimento."

A fronte di ciò, considerato l’intensificarsi delle piogge, già dalle ore 22:30 del 9 ottobre presso la Prefettura di Genova è stata convocata una unità di crisi, che ha mantenuto continui e costanti contatti, in relazione all’evolversi della situazione, con la Regione e i Sindaci dei Comuni interessati dalla perturbazione.

Alle ore 11:10 del 10 ottobre a seguito di un messaggio di allerta meteo emanato dal Settore di Protezione civile della Regione Liguria, l’unità di crisi veniva allargata ai rappresentanti delle Amministrazioni e delle Istituzioni coinvolte a vario titolo nella gestione dell’emergenza, con costituzione del Centro Coordinamento Soccorsi (CCS).

Faceva seguito l’attivazione di 7 Centri Operativi Misti, istituiti per il coordinamento delle emergenze sovracomunali nei comuni di Recco, Lavagna, Campoligure, Campomorone, Busalla, Torriglia e Moconesi, diretti da dirigenti prefettizi.

L’attività del Centro Coordinamento Soccorsi, si è svolta ininterrottamente fino alla tarda sera del 14 ottobre, dopo di che i contatti, specialmente con la componente tecnica dell’organismo, sono proseguiti fino a cessate esigenze.

Attesa l’elevata situazione di criticità in numerose zone della città, il Sindaco di Genova ha adottato un’ordinanza di chiusura degli istituti scolastici per i giorni 10, 11 e 13, al fine di tutelare l’incolumità pubblica, limitando al massimo gli spostamenti di persone e veicoli sul territorio. Analoghi provvedimenti venivano emanati dai Sindaci degli altri comuni della provincia.

Gli Avvisi Meteorologici Regionali sono diramati direttamente dal Centro Funzionale a tutti i Comuni, con valenza di comunicazione di Protezione Civile, e pubblicati sul sito dell'Arpal.

La sala Operativa Regionale è stata presidiata dalle ore 23,00 del 9 ottobre, rimanendo attiva per l’intero arco delle 24 ore e fino alle ore 18,00 del 14 ottobre.

Imponente il dispiegamento di forze sui territori interessati, che dall’11 ottobre ha visto anche il concorso di militari dell’esercito, i quali, su indicazione della Prefettura, sono stati destinati a supportare direttamente l’attività dei Vigili del fuoco. In particolare, dette forze, unitamente al Corpo Forestale dello Stato, hanno proceduto al monitoraggio dell’alveo dei corsi d’acqua e dei ponti nelle zone esposte maggiormente a rischio al fine di individuare le situazioni necessitanti di immediato intervento.

Preziosissimo è stato il contributo delle forze dell’ordine che hanno posto in campo  circa 150 pattuglie sulle 24 ore. Tale dispiegamento di forze ha reso anche possibile lo svolgimento di una capillare attività antisciacallaggio che, tra l’altro, ha condotto all’arresto di 22 soggetti colti in flagranza di reato.

In seguito ai danni causati agli immobili dalle forti piogge sono state evacuate 224 persone, di cui 56 hanno trovato ricovero presso strutture messe a disposizione dalle amministrazioni comunali, le altre presso parenti.

E’ attualmente in corso l’iter, avviato dalla Regione Liguria, per il riconoscimento dello stato di emergenza.

Far conoscere l’ammontare delle risorse che il Governo intende stanziare, nello specifico, per gli interventi di ripristino del territorio colpito;

L'intervento per aumentare la capacità e quindi la sicurezza del tratto coperto del Bisagno alla Foce è stato deciso con ordinanza di Protezione Civile del 19 marzo del 2004 per fronteggiare uno stato di emergenza dichiarato il 29 novembre 2002. Tale ordinanza individuava le risorse da utilizzare (70 milioni di euro) e assegnava la responsabilità dell'intervento al Presidente della Regione Liguria. Tale primo lotto di lavori di adeguamento della copertura del Bisagno appaltato nel 2005 è stato realizzato.

Con accordo tra Presidente del Consiglio dei Ministri, Presidente della regione Liguria, Presidente della Provincia di Genova e Sindaco di Genova del 20 marzo 2007, è stato finanziato con 15,5 milioni di euro, a valere sui fondi residui delle Colombiane, un primo stralcio del secondo lotto di lavori per l'adeguamento di un altro tratto di copertura del Bisagno.

L’Accordo di programma con la Regione Liguria del 2010 per gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico ha destinato 35,73 milioni di euro (30,73 milioni a carico del bilancio del Ministero dell’ambiente e 5 milioni a carico della Regione) al secondo stralcio del secondo lotto dell’intervento di adeguamento idraulico sul torrente Bisagno.

Nell’ottobre 2011, a valere su queste ultime risorse l’apposito Commissario straordinario delegato aveva indetto una gara aperta per l’affidamento dell’appalto integrato. Gli atti di aggiudicazione sono stati impugnati innanzi al TAR Liguria con due ricorsi presentati da ditte le cui offerte erano state valutate inammissibili e conseguentemente, erano state escluse dalla gara.

Con sentenza depositata il 21 febbraio 2013 il Tar Liguria ha accolto i ricorsi annullando gli atti del procedimento di gara, con invalidità derivata del provvedimento di aggiudicazione definitiva.

Dopo aver acquisito il parere favorevole dell’Avvocatura dello Stato, l’amministrazione ha proposto appello innanzi al Consiglio di Stato che ha rimesso la competenza al Tar Lazio; quest’ultimo con sentenza notificata il 2 ottobre 2014 ha respinto i ricorsi riconoscendo la legittimità dei provvedimenti impugnati.

Il Presidente della Regione Liguria, proprio ieri, ha attivato le procedure per la realizzazione dei lavori. Si prevede che i lavori saranno ultimati in 28 mesi.

Il completamento dell’integrale adeguamento del tratto coperto – dalla Foce alla stazione Brignole – richiede un impegno finanziario di ulteriori 95 milioni di euro.

Tenendo conto di una portata duecentennale di 1300 metri cubi al secondo, per l’integrale messa in sicurezza del sistema idrico in questione è prevista anche la realizzazione di un canale scolmatore. L’opera garantirà il deflusso in sicurezza di una portata massima di 450 metri cubi al secondo del torrente Bisagno, con un impegno di spesa previsto di circa 221 milioni di euro. Tale opera potrà essere rivalutata, tuttavia, a seguito dell’integrale adeguamento della copertura del Bisagno e della realizzazione dei previsti interventi sul Fereggiano. Infatti, l’intervento nel Bisagno prevede l’eliminazione di tutti i sottoservizi e l’aumento delle sezioni; interventi che potrebbero rendere non più necessaria la realizzazione del citato canale scolmatore. In tale evenienza, il celere completamento degli interventi sul Bisagno comporterebbero anche un significativo risparmio per le finanze pubbliche.

Parte delle risorse necessarie potranno essere reperite, in base all’art.7, comma 8 del decreto legge n. 133 del 2014, cd. “sblocca Italia”, nell’assegnazione alle Regioni di 110 milioni di euro per le aree metropolitane interessate da fenomeni alluvionali. Di essi il Governo intende assicurare per le finalità di cui sopra una parte significativa pari a 25 milioni di euro, utilizzando anche le procedure di emergenza. In tale modo, con 18 milioni potrà essere avviato il completamento dei lavori dell'intero sistema di messa in sicurezza del torrente Bisagno (del valore complessivo di 95 milioni) e con 7 milioni il completamento della sistemazione idraulica del torrente Chiaravagna.

Le ulteriori risorse potranno essere reperite a valere sulla prossima programmazione.

E’ stato concordato infine che il Presidente della Regione Commissario di Governo, provveda alla individuazione delle opere per il completamento della messa in sicurezza del torrente Bisagno che saranno finanziate a valere sui nuovi Accordi di Programma per il ciclo 2014-2020 dei Fondi per lo Sviluppo e la Coesione (FSC).

Far conoscere l’ammontare delle risorse, in generale, che si intendono stanziare per l’intero territorio nazionale al fine di far fronte al dissesto idrogeologico.

Il tema del contrasto al dissesto idrogeologico è al centro della agenda politica del Governo sin dal suo insediamento.

Il 25 maggio 2014 ha istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri una apposita Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche, con il compito specifico di imprimere un’accelerazione all’attuazione degli interventi di messa in sicurezza del territorio e di supportare la nuova programmazione delle risorse per il ciclo 2014-2020.

Per la stessa finalità il cd. “decreto competitività” (D.L.  91/2014, conv. in L. 116/2014) ha affidato la responsabilità della realizzazione degli interventi ai Presidenti delle Regioni in qualità di “Commissari straordinari delegati”, attribuendo loro la titolarità delle relative contabilità speciali oltre che importanti poteri sostitutivi e di deroga.

Il decreto legge n. 133 del 2014 ha reso ordinaria l’attribuzione ai Presidenti di Regione di funzioni per gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico e, contemporaneamente, ha avviato un procedimento di ricognizione dello stato di attuazione di tutti gli interventi finanziati anche in data antecedente al 2009 per procedere alla revoca delle risorse economiche non ancora utilizzate con l’obiettivo di canalizzare le stesse su interventi altrettanto urgenti ma immediatamente cantierabili.

Per quanto concerne in dettaglio l’aspetto finanziario, l’azione del Governo segue due linee di intervento: in primo luogo il recupero di risorse assegnate a partire dal 1998 a vari livelli di governo, finalizzate al dissesto idrogeologico e non ancora utilizzate; in secondo luogo la programmazione di nuove risorse a valere sul nuovo ciclo del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) 2014-2020. Anche in tal caso l’obiettivo è di dare una significativa ed effettiva accelerazione alle opere in tale settore.

Al giugno di quest’anno le risorse programmate ma non ancora completamente avviate a cantiere ammontavano a 2.312 milioni di euro, di cui 308 milioni per gli interventi programmati prima del 2009, 785 milioni per i Piani Operativi Regionali (POR) e 1.219 milioni provenienti dagli Accordi di programma 2009-2010.

In sede di programmazione dei Fondi per lo Sviluppo e la Coesione 2014-2020, sulla base delle indicazioni degli interventi immediatamente cantierabili che soddisfano i requisiti della Legge n. 147 del 2013 inseriti dalle Regioni nel sistema informatico RENDIS, per un importo complessivo stimato in circa 7 miliardi di euro, il Ministero dell’ambiente ha fatto una richiesta di oltre 4,5 miliardi con previsione di cofinanziamento regionale del residuo importo di circa 2 miliardi di euro. E’ stato altresì richiesto un importo di circa 1,1 miliardi di euro per interventi di difesa del suolo coordinati con infrastrutture verdi.

A queste somme si aggiunge la richiesta di 138 milioni di euro previsti per gli interventi di difesa del suolo inseriti negli accordi di programma sottoscritti con le Regioni del centro-nord nel 2010, che ad oggi non sono stati stanziati con delibera CIPE e sono stati solo in parte già anticipati per l’importo di 50 milioni di euro con risorse di bilancio del Ministero dell’ambiente.

La nuova Programmazione settennale legata al nuovo ciclo del Fondi di Sviluppo e Coesione 2014-2020, sarà articolata attraverso un sistema di Accordi di Programma Quadro fra lo Stato e le singole Regioni, con una governance che prevede, anche per i prossimi anni, i Presidenti delle Regioni come Commissari di Governo.

Ciò garantirà la necessaria trasparenza e operatività sia nella fase di messa a punto degli Accordi di Programma, con particolare riferimento alle attività di raccolta, validazione e selezione dei progetti, monitoraggio finanziario e tecnico, ecc., sia nella fase di gestione.

Con la riforma delle Autorità di Bacino e l’istituzione dei Distretti idrografici, che il Governo considera una priorità, si punta a rafforzare il ruolo delle Autorità dei bacini idrografici come punto di riferimento per la ricerca e lo studio tecnico e tecnologico svolto nelle diverse sedi scientifiche, interne ed esterne alla pubblica amministrazione, in stretta collaborazione e integrazione con l’ISPRA, e quindi come autorità di validazione delle progettazione degli interventi contro il rischio idrogeologico.

Anche con riferimento alla nuova programmazione, sono in corso di elaborazione le linee guida per la raccolta dei progetti proposti dalle Regioni e, quindi, per una selezione tecnica che tenga conto delle analisi costi-benefici dei singoli interventi, secondo quanto previsto dalla direttiva europea sulle alluvioni (Direttiva 2007/60/CE ).

In questi mesi abbiamo assistito in tante parti d’Italia a eventi drammatici.

Nelle città invase dal fango tanti cittadini si sono rimboccati le maniche, hanno aiutato il prossimo in difficoltà, hanno dato una grande lezione di dignità, una dimostrazione del coraggio e della generosità di cui sono capaci gli italiani nei momenti più complessi.

Di fronte a disgrazie come quelle di Genova, del Gargano, di Refrontolo, di Parma, del grossetano, di Senigallia, della Sardegna… il governo c'è. I cittadini ci chiedono risposte. E la nostra reazione non è lo scaricabarile.

La nostra reazione è la responsabilità di chi sa che governare significa risolvere prima di tutto un problema come questo, che l'Italia si trascina dietro storicamente per colpe antiche che non permetteremo siano ripetute. Il dissesto idrogeologico è un male al quale non possiamo rassegnarci.

Una malattia da cui l'Italia deve essere curata a tutti i costi. Lo stiamo facendo dal primo giorno, con serietà, consapevoli che l'impegno per mettere in sicurezza il Paese richieda tempo.

Cambiare le regole, semplificare le procedure, eliminare le cattive burocrazie, spendere tutti e subito i fondi disponibili fermi programmandone di nuovi secondo i bisogni delle comunità: ecco il lavoro che abbiamo davanti, e per il quale chiedo anche al Parlamento il massimo sforzo. Questo è un tema troppo importante per dividersi, per far prevalere le polemiche e le logiche di parte alle risposte che abbiamo il dovere morale di dare tutti, come rappresentanti a vario titolo dello Stato, a questo nostro Paese.

 

 


Ultimo aggiornamento 28.10.2014