Il Ministro Prestigiacomo presenta il Sistri

«Monitorati oltre l’82% dei rifiuti prodotti in Italia»

 

E’ stato presentato ufficialmente questa mattina a Roma dal Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, il sistema elettronico di controllo che consente la tracciabilità dei rifiuti speciali e pericolosi su tutto il territorio nazionale e di quelli solidi urbani nella regione Campania. Uno strumento di controllo innovativo, che entrerà a pieno regime a partire dal primo giugno, illustrato alla presenza anche di alti rappresentanti delle forze dell’ordine, tra cui il generale Pasquale La Vacca, Capo III Reparto dello Stato Maggiore - Comando Generale, e il colonnello Vincenzo Paticchio, Comandante Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente.

Di seguito, la sintesi del discorso del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Stefania Prestigiacomo, in occasione della presentazione del Sistri.

«Legalità, assieme a trasparenza, tutela dell’ambiente, risparmio per le imprese, e semplificazione burocratica sono gli obiettivi che ci hanno indotto all’introduzione del SISTRI, il sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti speciali. Ma cosa sono i rifiuti speciali? Meglio chiarirlo per i non addetti ai lavori. Sono tutti quei rifiuti non civili, tutti quelli che derivano dalle attività economiche o commerciali, fra questi c’è una quota di rifiuti definiti pericolosi perché particolarmente nocivi per la salute umana o inquinanti per l’ambiente. Si tratta della stragrande maggioranza dei rifiuti prodotti in Italia. Per avere un’idea delle quantità basti pensare che parliamo di circa 135 milioni di tonnellate, di cui circa 9 di rifiuti pericolosi, prodotte all’anno. Mentre i rifiuti urbani, la nostra spazzatura, ammonta a circa 33 milioni di tonnellate annue.

Insomma i rifiuti speciali rappresentano ben oltre l’80% del totale di rifiuti prodotti in Italia. Inoltre, visto che il SISTRI oltre che dei rifiuti speciali si occuperà anche dei rifiuti solidi urbani prodotti in Campania, interconnettendosi con la rete SITRA, stiamo parlando di monitorare più dell’82 per cento dei rifiuti prodotti in Italia. Su questa enorme massa di rifiuti è cresciuta negli ultimi decenni un’economia criminale che ha accumulato enormi profitti e devastato il territorio interrando veleni d’ogni genere, al di fuori di ogni riguardo per l’ambiente e la salute pubblica. Il vecchio sistema cartaceo rappresentava un’arma spuntata contro i traffici illegali. Era possibile avere contezza, una contezza relativa e non verificabile, dello smaltimento dei rifiuti a due anni di distanza, due anni dopo che i rifiuti erano stati trattati. Vi rendete conto di quanto un sistema del genere rendesse difficile se non impossibile ogni verifica, ogni indagine, ogni controllo.

Per questo è nato il SISTRI.

Il SISTRI è una rivoluzione di legalità e di efficienza. Uno strumento serio e finalmente tecnologicamente adeguato per contrastare le ecomafie, una sfida che il Governo ha lanciato a chi ha massacrato il territorio, soprattutto in Campania e al Sud facendolo diventare una immensa discarica di veleni. Ho parlato di rivoluzione a ragion veduta. Come definire altrimenti un progetto che ad oggi coinvolge oltre 300 mila aziende, piccole medie e grandi, che producono rifiuti e 22 mila imprese di trasporti. Un progetto che implica la distribuzione di quasi 600 mila dispositivi elettronici fra chiavi USB e black box per i mezzi e che prevede il monitoraggio continuo di circa 500 siti di smaltimento fra impianti di incenerimento e coincenerimento e discariche.

Il sistema si articola su tre fasi. Quella del carico dei rifiuti nel sistema. Ogni produttore dei rifiuti attraverso un programma fornito con una chiavetta USB predispone la propria scheda per il trasferimento dei rifiuti prodotti. La stessa operazione (predisposizione della scheda) viene effettuata dal trasportatore sulla propria chiavetta USB, che verrà inserita dal conducente del mezzo sulla black box installata sul suo mezzo che consente anche la tracciabilità del percorso fatto dal produttore all’impianto di smaltimento. Quando i rifiuti vengono scaricati presso gli impianti di incenerimento o coincenerimento o presso le discariche un sistema di riprese tv riprende i mezzi in entrata e in uscita. Così quantità, qualità, percorsi e destinazione finale dei rifiuti sono costantemente sotto controllo in tempo reale. E questo, vi rendete conto, rende estremamente più difficili, abusi, truffe, smaltimenti illeciti.

Quella del Sistri è una rivoluzione di legalità ma anche una rivoluzione culturale perché implica l’informatizzazione di tutto il settore, e quindi anche l’alfabetizzazione informatica di tanti operatori. Ma il Sistri non significa solo legalità e trasparenza nella movimentazione dei rifiuti nel nostro Paese, e quindi una più incisiva lotta alle ecomafie. Il Sistri è anche un esempio di come la semplificazione e la informatizzazione delle procedure amministrative possa indurre risparmi considerevoli per gli utenti.

Una recente indagine condotta dal Ministero della Pubblica Amministrazione e dell’Innovazione ha rilevato che il costo complessivo del sistema cartaceo in tema di rifiuti per le sole piccole e medie imprese è pari a circa 671 milioni di euro/anno con un costo medio per singola impresa, con numero di addetti compreso tra 5 e 249, pari a 1.183 euro/anno e per imprese con numero di addetti inferiori a 5 pari a 464 euro. Questi costi erano dovuti ad un sistema che prevedeva la compilazione di tre documenti: registro di carico/scarico, il formulario di identificazione del rifiuto e il MUD, modello unico di dichiarazione. Questi documenti dovevano essere compilati e conservati per 5 anni da ciascun impresa. Il risultato era una montagna di carta sostanzialmente inutile per i controlli di legalità e costi burocratici rilevanti per le imprese.

Il Sistri semplifica tutto con il controllo in tempo reale della movimentazione dei rifiuti mandando al macero il registro di carico e scarico, il formulario di identificazione dei rifiuti e il modello unico di dichiarazione. Sul fronte dei costi il Ministero dell’Ambiente ha articolato il versamento dei contributi previsti per il funzionamento del SISTRI sulla base di specifici criteri relativi alla dimensione dell’impresa, alla tipologia e alla quantità di rifiuti prodotti/gestiti/trasportati. Allorquando si andrà a regime il SISTRI determinerà dei costi decisamente inferiori rispetto all’attuale sistema cartaceo.
Complessivamente è possibile stimare per le imprese da 5 a 249 addetti un costo medio di 300 euro, e per quelle fino a 5 addetti un costo medio di 60 euro con un risparmio di spesa nell’ordine di almeno il 70-80%.

Come tutte le rivoluzioni il SISTRI ha incontrato i suoi ostacoli. Oggi però possiamo dire che la quasi totalità dei problemi sono stati superati e quelli rimasti rientrano in una percentuale fisiologica anche attraverso una intensa opera di informazione e formazione svolta con le Organizzazioni imprenditoriali, industriali, artigiane e del commercio con le quali abbiamo sottoscritto anche un protocollo nel dicembre scorso per contribuire al superamento di tutte le difficoltà e consentire un sereno avvio del regime obbligatorio del SISTRI in giugno. Perché va chiarito che il sistema è già in funzione per le imprese che vi hanno aderito già da ottobre 2010. Da giugno 2011 scatterà l’obbligatorietà del SISTRI con le sanzioni per chi non aderisce.

Ormai la quasi totalità delle chiavette USB è stata consegnata mentre per le black box siamo a quota 72%. Ed il ritardo nelle installazioni dipende nella stragrande maggioranza dei casi da autotrasportatori che hanno “bucato” l’appuntamento fissato con le officine. Ma da qui al 31 maggio riteniamo che anche questi dispositivi saranno tutti installati. Vale la pena infine di ricordare che il SISTRI è il primo e più completo sistema di tracciabilità dei rifiuti adottato un Europa ed ha ricevuto il plauso del Commissario all’ambiente Potocnik. Con i partner comunitari stiamo lavorando per l’interconnessione del nostro sistema con gli altri vigenti in alcuni Stati europei».  

 (Nella foto, da sinistra, il colonnello dei Carabinieri Vincenzo Paticchio, il Ministro Stefania Prestigiacomo e il Generale Pasquale La Vacca)

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Ultimo aggiornamento 02.08.2013