Giornata mondiale della biodiversità: rientra l’allarme sulla morìa di delfini. Confermata l’ipotesi morbillo

Nelle ultime settimane il numero di spiaggiamenti registrati è rientrato nelle medie degli anni precedenti, registrando un rientro nella normalità rispetto al primo trimestre del 2013

 
Buone notizie nella Giornata mondiale della Biodiversità: si è interrotto il fenomeno della anomala morìa di cetacei, in particolare stenelle, nei mari italiani e si avviano così a conclusione le complesse ricerche degli scienziati della Rete nazionale spiaggiamenti mammiferi marini nata dalla collaborazione del ministero dell’Ambiente con il ministero della Salute. Ai ricercatori era stato affidato il compito di trovare spiegazioni alla morìa di delfini della specie stenella striata (stenella coeruleoalba) che ha colpito il Tirreno da gennaio ad aprile.
I nuovi rapporti elaborati dalla Banca Dati Spiaggiamenti e dagli Istituti Zooprofilattici Sperimentali hanno fatto luce sul complicato mistero della straordinaria morìa, confermando finalmente che “nelle ultime 4 settimane il numero di spiaggiamenti registrati è rientrato nelle medie degli anni precedenti, e quindi abbiamo motivo di credere che il fenomeno si sia esaurito”.
Inoltre questo tipo di andamento è già stato descritto in precedenti episodi anomali di mortalità descritti negli ultimi anni, come quello da morbillo accaduto nei mari spagnoli tra il 2006 e il 2008.
Le ultime ricerche rafforzano l’ipotesi che la causa più probabile della straordinaria morìa sia il morbillivirus del delfino, riscontrato nel 30-40% dei corpi analizzati, percentuali che - per quanto basse - rimangono comunque comparabili con quanto avvenuto in Spagna nelle precedenti epizoozie da morbillo. L’epizoozia di questi mesi ha interessato una popolazione di stenelle giovani, con età comprese tra i 7 e i 20 anni (96% delle carcasse analizzate), cioè animali nati dopo la morìa del 1990-92 determinata da morbillo e quindi sprovvisti di anticorpi specifici per difendersi da questa malattia. Secondo gli scienziati, i cetacei colpiti dal virus del morbillo erano fortemente indeboliti a causa delle loro ridotte difese immunitarie. Ciò avrebbe aperto la strada anche all’azione di infezioni e altre malattie (come photobacterium damselae, virus dell’herpes e parassitosi varie), corresponsabili della morte degli animali.
Della Rete nazionale spiaggiamenti mammiferi marini fanno parte, tra gli altri, gli Istituti zooprofilattici sperimentali (Izs), coordinati dall’IZS di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, la Banca dati spiaggiamenti (Bds) dell’Università di Pavia, il Cetaceans stranding Emergency Response Team (CERT), la Banca Tessuti Mammiferi marini del Mediterraneo (BTMMM) e le Università di Padova, Siena e Teramo, con la collaborazione del Corpo delle Capitanerie di Porto - Guardia Costiera.

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Ultimo aggiornamento 08.08.2013