Galletti: Obiettivo dell'Italia e della presidenza UE è raggiungere accordo virtuoso sul clima

Il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti a margine dell'informale Ambiente-Energia a Milano.

«L’efficientamento energetico serve a contribuire in modo determinante a diminuire le emissioni di Co2 in atmosfera ed è parte importante dell’accordo contro i cambiamenti climatici che affronteremo il 23 nel Consiglio Europeo e nelle prossime scadenze  di Lima e Parigi. E’ anche però un grande aiuto a Paesi in termini di occupazione , crescita e rilancio dei consumi: fare efficienza energetica significa pesare meno sulle bollette delle famiglie europee e italiane. E’ lo strumento per rilanciare la crescita e rimettere in modo l’economia, specie quella piccola e piccolissima impresa in crisi anche per mancanza di liquidità. Parliamo di interventi anche piccoli su infissi, lampadine, caldaie: dal punto di vista occupazionale è un elemento indispensabile. Credo che su questo l’Europa debba avere posizione molto avanzata in termini di target: i Paesi devono capire l’importanza di questo strumento.

Credo ci siano gli elementi per trovare accordo europeo sul pacchetto Clima – Energia:  il desiderio dell’Italia e della Presidenza italiana è raggiungere un accordo virtuoso che sia da esempio verso altri paesi extraeuropei piu dubbiosi su fattibilità di un’intesa globale. I cambiamenti climatici non sono più un problema dei nipoti dei nostri nipoti, sono un problema nostro e dei nostri figli. Questo ci dice la scienza e sarebbe un errore gravissimo per la politica non rispondere a questo appello.

Nel 2013, l’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) ha pubblicato il Quinto Rapporto di Valutazione, che fornisce un quadro chiaro e aggiornato sullo stato attuale della conoscenza scientifica relativa ai cambiamenti climatici, dove “osservazioni più dettagliate e più prolungate, insieme al miglioramento dei modelli climatici consentono adesso di attribuire al contributo umano le variazioni riscontrate in più componenti del sistema climatico”.

 E’ chiaro che l'energia è il motore delle attività umane e della nostra economia, ma in futuro la crescita dovrà essere garantita con un minor consumo energetico e a costi ridotti. In tal senso, l'efficienza energetica è destinata a svolgere un ruolo fondamentale nella transizione verso un sistema energetico sostenibile, sicuro e competitivo incentrato su un mercato interno dell'energia. E la recente Comunicazione della Commissione Europea su “l'efficienza energetica e il suo contributo a favore della sicurezza energetica e del quadro 2030 in materia di clima ed energia” va in questa direzione, proponendo azioni concrete per ridurre la dipendenza energetica nel futuro prossimo e a lungo termine.

 La Comunicazione individua un obiettivo del 30% di risparmio energetico rispetto ai consumi al 2030. Rispetto a questo impegno, centrale negli scenari predisposti dalla stessa Commissione, si associa una massa di investimenti pari a circa 900 miliardi di euro l’anno su base europea.

 Molte soluzioni per l’efficienza, sia sul fronte elettrico che termico, presentano un elevato grado di sostenibilità economica ma sono ancora scarsamente diffuse. Emerge infatti una oggettiva difficoltà a convogliare sugli investimenti in efficienza energetica un adeguato flusso di risorse finanziarie private. Più in particolare, l’accesso al credito è ostacolato da diversi fattori come la mancanza di informazione/expertise per la valutazione degli interventi, i tempi di rientro degli investimenti non sempre immediati, l’insufficienza patrimoniale da parte degli imprenditori. In questo contesto, sembra prioritario arrivare a generare il massimo effetto-leva sulle risorse finanziarie pubbliche disponibili attraverso l’uso delle garanzie, del co-finanziamento e di altri strumenti più complessi: per l’Italia ad esempio, è da questa prospettiva che si deve guardare alle gestioni del nuovo Fondo Nazionale per l’efficienza e del Fondo rotativo di Kyoto.

Infine, mi preme sottolineare che gli investimenti in efficienza energetica sono legati a prospettive di sviluppo economico, a posti di lavoro già creati e da creare, a miglioramenti non solo economici ma anche ambientali

Nel 2013, l’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) ha pubblicato il Quinto Rapporto di Valutazione, che fornisce un quadro chiaro e aggiornato sullo stato attuale della conoscenza scientifica relativa ai cambiamenti climatici, dove “osservazioni più dettagliate e più prolungate, insieme al miglioramento dei modelli climatici consentono adesso di attribuire al contributo umano le variazioni riscontrate in più componenti del sistema climatico”.

E’ chiaro che l'energia è il motore delle attività umane e della nostra economia, ma in futuro la crescita dovrà essere garantita con un minor consumo energetico e a costi ridotti. In tal senso, l'efficienza energetica è destinata a svolgere un ruolo fondamentale nella transizione verso un sistema energetico sostenibile, sicuro e competitivo incentrato su un mercato interno dell'energia. E la recente Comunicazione della Commissione Europea su “l'efficienza energetica e il suo contributo a favore della sicurezza energetica e del quadro 2030 in materia di clima ed energia” va in questa direzione, proponendo azioni concrete per ridurre la dipendenza energetica nel futuro prossimo e a lungo termine.

La Comunicazione individua un obiettivo del 30% di risparmio energetico rispetto ai consumi al 2030.Rispetto a questo impegno, centrale negli scenari predisposti dalla stessa Commissione, si associa una massa di investimenti pari a circa 900 miliardi di eurol’anno su base europea.

Molte soluzioni per l’efficienza, sia sul fronte elettrico che termico, presentano un elevato grado di sostenibilità economica ma sono ancora scarsamente diffuse. Emerge infatti una oggettiva difficoltà a convogliare sugli investimenti in efficienza energetica un adeguato flusso di risorse finanziarie private. Più in particolare, l’accesso al credito è ostacolato da diversi fattori come la mancanza di informazione/expertise per la valutazione degli interventi, i tempi di rientro degli investimenti non sempre immediati, l’insufficienza patrimoniale da parte degli imprenditori. In questo contesto, sembra prioritario arrivare a generare il massimo effetto-leva sulle risorse finanziarie pubbliche disponibili attraverso l’uso delle garanzie, del co-finanziamento e di altri strumenti più complessi: per l’Italia ad esempio, è da questa prospettiva che si deve guardare alle gestioni del nuovo Fondo Nazionale per l’efficienza e del Fondo rotativo di Kyoto.

Infine, mi preme sottolineare che gli investimenti in efficienza energetica sono legati a prospettive di sviluppo economico, a posti di lavoro già creati e da creare, a miglioramenti non solo economici ma anche ambientali».


Ultimo aggiornamento 10.10.2014