Concordia, il ministro alla Francia: «Viaggio rischioso ma siamo attrezzati» (intervista La Stampa)

«Monitoriamo ora per ora gli sversamenti e, nelle 152 miglia dal giglio a Genova, la concordia sarà preceduta da una nave che vigilerà sulla sicurezza ambientale». Il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ammette che «le preoccupazioni ci sono perché si tratta di una operazione unica al mondo» però assicura che «per ogni pericolo è stata predisposta una risposta efficace». Analisi sulla composizione chimica dei liquidi e controllo delle acque.

Perché la rotta definitiva è ancora comunicata ufficialmente?

«Chi conosce le leggi del mare sa che le rotte si stabiliscono all’ultimo istante in base ai venti e alle correnti. Agiamo in totale trasparenza, non ci sono segreti. La destinazione finale l’ha scelta la Carnival, noi siamo i controllori. Poco fa c’è stato uno sversamento: è stato recuperato e non c’è allerta. Il relitto passerà davanti alla Corsica, ma in acque internazionali quindi non abbiamo alcun obbligo di informazione verso la Francia».

Parigi ha sollevato dubbi…

«Il trasferimento è complesso e per cinque giorni presenta pericoli: sono state prese precauzioni lungo il percorso, soprattutto per le sostanze contenute nello scafo: solfuri, rame, ftalati, idrocarburi pesanti e tensioattivi anionici. Sarà tutto smaltito in sicurezza. La tutela del mare sta a cuore a noi quanto se non più che a Parigi. Massima attenzione al “Santuario dei Cetacei”, un’area naturale protetta dove vivono molte specie di mammiferi marini».

Ci sono ritardi?

«Piccoli ritardi a beneficio della sicurezza: quello che conta è che tutto sia svolto a dovere. Gli italiani si sono distinti sin dall’inizio: con umanità e solidarietà al momento della tragedia, con professionalità e competenza in ogni fase successiva. L’operazione sarà conclusa quando il Giglio sarà restituito ai gigliesi esattamente come era prima della tragedia. Abbiamo imposto alla Carnival prescrizioni rigide. Volevamo che la Concordia fosse smaltita in Italia perché qui è avvenuta una tragedia nazionale costata la vita a 32 persone. Niente potrà risarcire il nostro Paese, ma portare all’estero i ritorni economici dello smantellamento sarebbe stata una vergogna».

 

 

(Fonte: La Stampa del 21/07/2014 – interv. Di Giacomo Galeazzi)


Ultimo aggiornamento 28.07.2014