Nucleare sostenibile: Pichetto, non restare indietro, a fine anno una bozza di legge delega

Nucleare sostenibile: Pichetto, non restare indietro, a fine anno una bozza di legge delega

Audizione alle Commissioni Ambiente e Attività Produttive della Camera: “Entro fine mese i risultati della Piattaforma, quota nucleare a supporto del pieno dispiegamento di rinnovabili. Creare catena di valore con soggetto industriale di riferimento”.

Roma, 9 ottobre – Entro fine ottobre i risultati del lavoro della Piattaforma Nazionale per un nucleare sostenibile, “con dati e valutazioni tecniche, non politiche”, per arrivare alla elaborazione di un “Programma Nazionale per il nucleare sostenibile”. Entro fine anno, potendo contare sull’impegno del gruppo di lavoro guidato dal professor Giovanni Guzzetta per rivedere la legislazione di settore, una bozza di testo per “una legge-delega che possa abilitare la produzione da fonte nucleare tramite le nuove tecnologie nucleari sostenibili”, con l’obiettivo di sottoporla al vaglio parlamentare “nei primi mesi del 2025”. È il percorso indicato dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, intervenuto alla Camera in audizione davanti alle Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive, in merito all'indagine conoscitiva sul ruolo dell’energia nucleare nella transizione energetica e nel processo di decarbonizzazione.

“Una transizione sostenibile, sicura e competitiva – ha detto Pichetto - può essere traguardata solo abilitando tutte le tecnologie, esistenti e future. Ciò significa – ha spiegato - valutare la generazione di energia da fonti rinnovabili, da gas e, in modo scientifico e non ideologico, anche da fonte nucleare”.

Nel Piano nazionale integrato Energia e Clima, ha spiegato il titolare dell’Ambiente “abbiamo scelto uno scenario nucleare 'conservativo', caratterizzato da uno sviluppo di impianti nucleari pari alla metà del potenziale massimo installabile ricavato dalle analisi della Piattaforma (400 MW elettrici al 2035, 2 GW al 2040, 3,5 al 2045 e 8 al 2050). “Nel PNIEC – ha ricordato il Ministro – il ruolo delle rinnovabili sarà centrale: è necessario disporre di una certa quota di generazione elettrica programmabile per sostenerne lo sviluppo”. Per questo, “una quota di energia nucleare nel mix energetico va quindi considerata non in antagonismo, ma a supporto del pieno dispiegamento delle rinnovabili, senza dover ricorrere a sovradimensionamenti del sistema, delle infrastrutture elettriche e soprattutto di impianti di accumulo di energia”.

“La disponibilità della produzione nucleare - ha spiegato ancora Pichetto – potrebbe essere utilizzata in maniera particolarmente efficiente per la produzione di idrogeno e calore ad alta temperatura e per favorire la decarbonizzazione nei settori ‘hard to abate’”.

“Non stiamo valutando – ha proseguito il Ministro – il ritorno in Italia alle centrali di grandi dimensioni della prima o seconda generazione, ma abbiamo focalizzato la nostra attenzione sulle nuove opportunità offerte dai piccoli impianti modulari (SMR) che presentano livelli di sicurezza molto superiori alla grande maggioranza degli impianti attuali”. “Sono stati analizzati e valutati – ha detto - anche ‘i reattori modulari avanzati’ (AMR), in alcuni casi talmente ridotti da essere chiamati microreattori”.

“L’obiettivo – ha detto ancora il Ministro – è creare una catena di valore che graviti intorno a un soggetto industriale di riferimento, di dimensioni e competenze opportune, che si interfacci alla pari con i Paesi europei e internazionali, e che preveda gran parte della catena produttiva non solo italiana, ma realizzata in Italia”. “Il nuovo nucleare – ha aggiunto – è riconosciuto a livello europeo e mondiale come una fonte tra le più sicure e sostenibili, a partire dal suo inserimento nella Tassonomia europea”. “Il nostro intento è quindi quello di non escludere a priori questa fonte di approvvigionamento. Non vogliamo che l’Italia rimanga di nuovo indietro”.

Davanti alle Commissioni Ambiente e Attività Produttive di Montecitorio, Pichetto ha fatto anche il punto sullo stato di avanzamento dell’iter per la localizzazione del Deposito Nazionale dei Rifiuti Radioattivi. “Le aree individuate per la costruzione del Deposito sono ad oggi 51”, ha ricordato Pichetto, evidenziando che “quella pubblicata è ancora una proposta di Carta Nazionale delle Aree Idonee”, che “non può essere considerata definitiva fino al completamento della procedura di Valutazione Ambientale Strategica”.

“Solo dopo l’approvazione definitiva della CNAI – ha aggiunto – si potrà avviare la procedura per acquisire eventuali manifestazioni di interesse da parte di Regioni ed Enti Locali”. Ricordando che “la gestione sicura dei rifiuti radioattivi è un obbligo che l’Italia ha non soltanto nei confronti dell’Unione europea, ma soprattutto nei confronti dei propri cittadini di oggi e delle generazioni future”, Pichetto ha stimato “che se tutte le fasi procedurali andranno a buon fine, si potrà ottenere l’autorizzazione unica per il Deposito Nazionale nel 2029 e la messa in esercizio nel 2039”.


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