Gestione Integrata Zone Costiere (GIZC) (https://www.mase.gov.it/pagina/gestione-integrata-zone-costiere-gizc)

Gestione Integrata delle Zone Costiere (GIZC)

 

Uno strumento essenziale, complementare ad altri strumenti come la Strategia per l’ambiente marino (https://www.mase.gov.it/pagina/una-strategia-l-ambiente-marino) e la Pianificazione dello spazio marittimo (https://www.mase.gov.it/pagina/direttiva-sulla-pianificazione-dello-spazio-marittimo), è rappresentato dalla Gestione Integrata della Fascia Costiera, introdotta nel contesto europeo dalla “Raccomandazione relativa all’attuazione della gestione integrata delle zone costiere in Europa (2002/413/CE) (https://www.mase.gov.it/sites/default/files/archivio/normativa/celex_32002h0413_it_raccomandazione.pdf)” del 30 maggio 2002. A livello regionale, nell’ambito della Convenzione di Barcellona e in linea con gli indirizzi unionali, è stato definito nel 2009 un "Protocollo sulla Gestione Integrata delle Zone Costiere del Mediterraneo (Protocollo GIZC) (https://www.mase.gov.it/sites/default/files/archivio/normativa/celex_22009a020401_it_protocollo.pdf)".

Il Protocollo, ratificato dalla Commissione UE e in attesa di ratifica da parte dell’Italia, prevede disposizioni finalizzate alla protezione e allo sviluppo sostenibile delle zone costiere del Mediterraneo, introducendo una serie di principi e obiettivi per la protezione degli ecosistemi marini, la tutela dei paesaggi costieri e insulari, la difesa del patrimonio culturale e lo sviluppo delle attività economiche. Tali principi per la gestione integrata delle zone costiere prevedono:

a) la considerazione del patrimonio biologico e delle dinamiche di funzionamento naturale della zona intercotidale (la zona dell’ambiente marino compresa tra i livelli della bassa e dell’alta marea, che può avere un’estensione di pochi decimetri o di alcuni chilometri in relazione all’escursione delle maree) nonché dell’interdipendenza della parte marina e di quella terrestre;

b) la tutela dei sistemi idrologici, geomorfologici, climatici, ecologici, socioeconomici e culturali, per prevenire gli effetti negativi dei disastri naturali;

c) l’adozione dell’approccio ecosistemico alla pianificazione e alla gestione delle zone costiere, in modo da assicurarne lo sviluppo sostenibile;

d) una governance appropriata, che consenta alle popolazioni locali interessate una partecipazione adeguata e tempestiva nell’ambito dei processi decisionali;

e) il coordinamento istituzionale intersettoriale dei vari servizi amministrativi e autorità locali competenti per le zone costiere;

f) strategie, piani e programmi per l’utilizzo del territorio che tengano conto dello sviluppo urbano e delle attività socioeconomiche;

g) la considerazione della molteplicità e della diversità delle attività nelle zone costiere, dando priorità ai servizi pubblici e alle attività nelle immediate vicinanze al mare;

h) una distribuzione bilanciata degli usi sull’intera zona costiera, evitando una crescita urbana eccessiva;

i) le valutazioni preliminari dei rischi associati alle varie attività umane e alle infrastrutture, in modo da prevenire gli impatti negativi sulle zone costiere;

j) il ripristino dell’ambiente costiero qualora si verifichino danni non prevedibili.

Il Protocollo può rivelarsi molto utile in un contesto come quello italiano dove le tematiche relative alla gestione delle aree costiere sono spesso disciplinate da molteplici norme che prevedono l’esercizio di competenze sia dello Stato sia degli enti locali.

La gestione integrata delle zone marino-costiere rappresenta un approccio che riguarda la raccolta e l’integrazione dei dati, la partecipazione attiva dei vari attori coinvolti e lo sviluppo di adeguate politiche. Tale approccio non intende sostituire gli strumenti giuridici settoriali (siano essi nazionali, regionali o locali), ma integrarli e armonizzarli attraverso l’adozione di linee di indirizzo comuni per una gestione efficace delle zone marino-costiere.

Il Ministero dell'Ambiente, in qualità di National Focal Point, avrà il compito di promuovere una Strategia Nazionale per la Gestione Integrata delle Zone Costiere, quale efficace strumento di governance. Il Ministero dovrà, inoltre, favorire il superamento della frammentazione delle competenze in tale materia. A questo scopo sarà attivata una collaborazione istituzionale per la gestione integrata delle zone costiere con le Regioni e gli enti locali per definire linee guida comuni.

Un esempio importante di gestione integrata delle zone costiere è rappresentato dai Progetti CAMP (https://www.mase.gov.it/sites/default/files/archivio/normativa/progetti_camp.pdf) nell’ambito del Programma di Gestione delle Aree Costiere (Coastal Areas Management Programme - CAMP) della Convenzione di Barcellona per la tutela del Mar Mediterraneo.

 

Per approfondire:

 

 

 


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